Rete nazionale lavoro sicuro

Sindacato Intercategoriale Cobas – Coordinamento Nazionale via Bernardo Celentano 5, 20132 Milano (MI) 19.06.2025

RETE NAZIONALE LAVORO SICURO

Venerdì 15 maggio si è tenuta a Modena una tre giorni (15-16-17 maggio) con i compagni tedeschi di Red Vida Viva. La Rete Nazionale Lavoro sicuro vi ha partecipato nella giornata del 16.

Dallo sviluppo dei lavori si è avuto la conferma di una comune visione da parte delle nostre organizzazioni nell’affrontare i temi della sicurezza e della prevenzione. Comune è il retroterra culturale e le premesse di metodo.

Molto di questo sapere è riconducibile alle figure e agli studi di Giulio Maccacaro e Franco Basaglia che lungi da elaborare schemi astratti furono  espressione e portato di una felice e creativa stagione di lotte iniziatasi negli anni ’60.

Tutto l’impianto di lavoro e le ipotesi di intervento sono informate al principio dell’inscindibilità di teoria e prassi. Su questa base metodologica queste posizioni hanno trovato consenso e fatto il giro del mono.

L’accoglienza più proficua è stata fatta proprio da quei compagni che trattano la questione della prevenzione non da un punto di vista medico-culturale bensì come parte integrante di una visione di classe dove salute e sicurezza non sono un risultato esterno od estraneo alle vicende della lotta di classe.

È lotta di classe che determina condizioni di vita e di sicurezza  nei luoghi di lavoro e oltre i luoghi di lavoro.

Sono le condizioni della produzione e le catene di valore che dettano gli standard di vita e di salute. La via crucis dei morti di lavoro che si ripetono ad un ritmo di tre al giorno svela tutta l’impotenza degli interventi legislativi, degli interventi umanitari e pietistici e mettono in evidenza che vi è una sola contromisura a questa violenza che è data dalle condizioni della produzione capitalistica: la lotta sindacale e la lotta sociale per determinare condizioni umane altrimenti imposte solo dal vampirismo della produttività.

Qualità di vita e condizioni di lavoro, difesa della vita e tutela delle  lavoratori sono stati i temi trattati nell’incontro. Sono state illustrate da parte dei compagni tedeschi varie metodologie finalizzate ad elevare la consapevolezza che, criticità, sofferenze, malattie. angosce ecc. vissute e percepite come individuali e in disperata solitudine hanno in realtà una dimensione comune.

Avere la consapevolezza di essere fratelli accomunati dalla stesse condizioni (costrittive) di lavoro è differente dal subire e vivere  come un comune e rassegnato  destino di privazioni la propria e esistenza.

Al di la dalle tecniche di indagine proposte, la finalità ultima èquella di tendere alla formazione di gruppi di lavoratori che vivano e riconoscano la loro condizione in modo collettivo.

I gruppi omogenei sono l’approdo alla consapevolezza collettiva e di classe.

L’organizzazione del lavoro, l’ambiente,  l’ergonomia, i tempi e ritmi di lavoro si ripercuotono puntualmente sulla ideale mappa corporea e psichica dei lavoratori/trici.  Questa  raffigurazione plastica dimostra come il lavoro cattivo possa produrre svilimento e danni a lavoratori e lavoratrici.

Il lavoro di costruzione dei gruppi omogenei nelle singole situazioni deve affermarsi a mezzo del lavoro d’inchiesta che gli stessi lavoratori devono essere aiutati a condurre perché chi vive la comune condizione di sfruttamento ha qualità empatiche e di relazione precluse a chi viene dall’esterno.

Non ci sono alternative al protagonismo degli stessi lavoratori per trattare aspetti che investono la riservatezza e la vita privata delle persone.

Il lavoro d’inchiesta deve essere ancorato alla difesa degli interessi di classe e non scadere  nella ricerca astratta della produttività. Questo è il solo ambito permesso dai padroni quando si affronta l’organizzazione  del lavoro. A questi interessa solo che tutto scorra in modo efficiente e si producano profitti crescenti.

Nel corso della discussione è emerso che il padronato è consapevole che la chiave per migliorare la produttività del lavoro e nella testa degli operai. Tutta la filosofia del tanto decantato taylorismo e fordismo (da parte della borghesia) risiedeva nel carpire ai capi reparto i segreti utili a tagliare i tempi di produzione.

Giova ricordare che questa retorica della produttività-professionalità viene rilanciata nelle attività della Sanità e del Pubblico Impiego al solo fine di far lavorare (male e di più) infermieri e impiegati.

Non dobbiamo essere noi a suggerire ai padroni come organizzare le linee di lavoro perché questi suggerimenti servirebbero solo a “migliorare” lo sfruttamento del nostro lavoro.

Per migliorare le condizioni di lavoro il progetto della Rete Nazionale Lavoro Sicuro e Red Vida Viva convergono nel non disegnare modelli astratti ma di intervenire  nelle situazioni anche di dettaglio perché questo accredita la bontà del nostro lavoro  presso i lavoratori ed in alcune situazioni, è stato riportato, che proprio rispondendo a piccole problematiche si è arrivati a realizzare un  grande risultati come ad esempio, far entrare il sindacato dove non c’era, perché sicurezza e prevenzione sono un tutt’uno con il lavoro sindacale.

Brevemente a inizio del confronto abbiamo riportato le attività svolte dalla Rete. Abbiamo sottolineato che il nostro lavoro si sforza di andare oltre le premesse di metodo e di attuare iniziative con i lavoratori che non abbiano o che non sembrino lezioni rivolte a chi le mille forme di sfruttamento le vive e le conosce di per se. La “parola” la debbono prenderla i lavoratori  e l’apporto di competenze esterne ha un senso solo quando vi sia protagonismo da parte dei lavoratori.

In mancanza di questo siamo fermi alla declamazione di principi teorici e nello sviluppo dell’attività si è fermi alle premesse e alle buone intenzioni.

Proprio a Modena si tenne  tra i lavoratori del distretto carni un convegno dal titolo “ Prevenzione è sicurezza-sicurezza èprevenzione”.

Nel corso delle varie sessioni di preparazione al convegno, ed è la cosa più importante, abbiamo incontro circa duecento lavoratori/trici e sono intercorsi tutta una serie di incontri individuali proprio per inquadrare a 360 gradi le condizioni di lavoro e gettare le premesse per il passaggio dalla ricognizione delle problematiche ad un fattivo intervento fatto di proposte da formulare alle aziende ed in mancanza di risposte adeguate alla messa a punto di una piattaforma rivendicativa. Tutto era stato predisposto per dare un seguito sindacale, in sintonia con quanto  era stato concordato con i lavoratori stessi.

Per vari motivi questa esperienza partita bene ha subito rallentamenti ed è rimasta una splendida incompiuta. Ripartire da quanto si era realizzato sarà utile e necessario. Non è mai troppo tardi!

Evidentemente ci sono stati problemi che sarebbe stato utile affrontare in modo collettivo. Certo la sovrapposizione di altre proposte e altri percorsi sul medesimo terreno non ha aiutato.

Si è palesato anche una evidente debolezza della struttura che avrebbe dovuto dare risposte ad un numero crescente di richieste sia individuali che collettive.

Il numero di compagni forti di competenze medico-legali deve essere allargato a nuovi compagni volenterosi per far vivere il progetto. Lo sportello per funzionare ha bisogno di un monte ore dedicato. Sarebbe un vero peccato non riprendere il filo dell’impegno che almeno alle prime battute si presentava ricco di potenzialità.

La conferenza on line su “Burnout e stress lavorativo” ha visto la partecipazione di un centinaio di lavoratori e tantissimi sono stati gli interventi di denuncia da parte dei lavoratori.

La conferenza sul “Burnout” era stata preceduta dalla critica della figura del “medico competente” che abbiamo ribattezzato come incompetente e ne abbiamo rivendicato la nomina pubblica e non come avviene tuttora che è scelto dal datore di lavoro.

La strada da percorrere per dare sostanza al progetto è ancora lunga ma la premessa per riuscire e fare meglio risiede nel promuovere iniziative ed interventi concreti.

Tutto il corteo  di riflessioni e studi deve partire proprio dal lavoro sul campo. Per affrontare la questione delle alte temperature che si riproporrà con l’estate incipiente ci stiamo predisponendo proprio in tal senso.

Su questi temi sarà molto proficuo il dialogo con i compagni tedeschi perché segnerebbe il passaggio dal metodo di lavoro a un lavoro svolto con metodo.

Si cobas nazionale

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