Il SI Cobas esprime tutta la sua solidarietà alle sei attiviste (cinque donne e un uomo) del sindacato spagnolo CNT, nell’apprendere che la Corte Suprema spagnola, ha confermato la loro condanna a 3 anni e mezzo di reclusione per avere organizzato nel 2017 uno sciopero con picchetto e presidi davanti alla Pasticceria la Suiza di Gijon, nelle Asturie (Spagna), per denunciare il dispotismo del proprietario che oltre a molestie sessuali nei confronti di una lavoratrice, l’aveva costretta a svolgere lavori pesanti quando era incinta, mettendo a rischio la gravidanza, e non aveva pagato il dovuto al suo compagno che si era licenziato.
Nonostante la campagna di solidarietà nei loro confronti da parte di 22 organizzazioni sindacali, la richiesta di indulto sostenuta dalla stessa amministrazione regionale delle Asturie, la Corte Suprema ha voluto confermare le pene, con una evidente scelta di campo a favore del padronato e con una sentenza che è una minaccia contro ogni iniziativa di lotta radicale dei lavoratori contro lo sfruttamento e il machismo.
Anche in Italia abbiamo subito condanne assurde, come quelle per i picchetti alla DHL di Settala del 2015, e alla Penny Market di Brescia (dove la rivendicazione di migliori condizioni lavorative è stata sanzionata come “estorsione”), o la conferma dei 15 licenziamenti alla macelleria Esselunga di Pioltello: tutte sentenze che rivelano una (in)Giustizia di classe funzionale a reprimere la lotta operaia e le sue forme storiche quale è il picchetto. Questa ingiustizia borghese affianca l’avanzare di una legislazione – dal Jobs Act all’ultimo pacchetto “Sicurezza” – che si rivolge sempre più contro i lavoratori e a garanzia del loro sempre più “libero” sfruttamento da parte dei capitalisti. Con queste leggi e sentenze si vanificano le conquiste strappate con le lotte di milioni di lavoratori e lavoratrici negli anni ’60 e ’70.
Anche in Spagna come in Italia la difesa della libertà di lottare è nella estensione e generalizzazione delle lotte stesse, nel coinvolgimento e nella partecipazione del maggior numero di lavoratori e lavoratrici alla difesa dei loro interessi di classe e della libertà di lottare, contro la preparazione alla guerra che richiede crescenti sacrifici per produrre armi anziché beni utili, e lavoratori docili da portare al macello.
Che l’indignazione per l’ingiusta condanna delle “Sei di Suiza” porti migliaia e milioni a prendere coscienza della necessità di unirsi anche internazionalmente e lottare contro questo sistema!
SI COBAS NAZIONALE