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[INTERNAZIONALISMO] Nave Sea Watch: aprire i porti non è solo una “questione umanitaria” ma un atto elementare di solidarietà di classe

Il SI Cobas è senza se e senza ma al fianco dell’equipaggio della Sea Watch e dei 42 immigrati imprigionati per settimane nelle acque internazionali per volontà del governo gialloverde e dei governi imperialisti europei.

A fronte dell’arroganza fascistoide e della sfacciataggine con cui Salvini e i suoi sodali speculano sulla pelle e sulla vita di 42 persone per i loro squallidi calcoli elettorali, aprire i Porti diventa un imperativo categorico, anche a costo di forzare e violare le loro leggi borghesi e reazionarie: non si tratta semplicemente di una questione umanitaria, bensì soprattutto di un atto elementare di solidarietà di classe.

Ma proprio per questo, aprire i Porti non basta: occorre lottare per dare il diritto di soggiorno e di cittadinanza a tutti i proletari che sbarcano in Europa fuggendo da guerre, miseria e barbarie.

Bisogna lottare per impedire che padroni e affaristi di ogni tipo creino sui nostri territori un nuovo apartheid in cui centinaia di migliaia di uomini e donne vengono condannati alla schiavitù sotto il perenne ricatto della clandestinità.

Apriamo i porti per cancellare le leggi razziste e per distruggere il Pacchetto Sicurezza, strumento di oppressione non solo degli immigrati, ma di tutti i proletari.

Lavoratori e lavoratrici S.I. Cobas