Oggi, in tutta Italia terza tornata di sciopero nazionale contro GLS Enterprise dei lavoratori di ben 13 magazzini in tutta Italia.
Anche oggi, driver e magazzinieri uniti e determinati hanno lottato per ottenere il riconoscimento formale delle organizzazioni sindacali e migliori condizioni economiche e contrattuali per entrambe le figure professionali.
Tra le maggiori aziende del settore delle spedizioni ad oggi, nonostante l’effettiva rappresentanza di S.I. Cobas e ADL Cobas, GLS Enterprise, che gestisce la distribuzione delle merci per la multinazionale delle poste britanniche, è l’unica a rifiutare un confronto diretto per la definizione di condizioni uniformi tra i vari appalti attraverso intese di carattere nazionale, contrariamente ad esempio a GLS Gesc, che gestisce i maggiori hub e con cui abbiamo siglato un primo accordo nel 2015, rinnovato poi nel 2018.
La conquista di accordi migliorativi al CCNL di settore siglati presso FEDIT con la maggiori aziende del settore (SDA, TNT, BRT, GLS GESC e DHL in forma separata) è stato il risultato di innumerevoli scioperi e mobilitazioni nazionali che hanno rotto, di fatto, la barriera del riconoscimento dovuto alle sole sigle confederali.
Attraverso tali accordi è iniziato un processo di rivoluzione delle condizioni di lavoro e di vita degli operai, ieri abbandonati dalle sigle confederali, complici del sistema di sfruttamento e di caporalato, oggi protagonisti di una lunga stagione di conquista di maggiori diritti in una fase di crisi capitalistica in cui, contrariamente, il resto della classe lavoratrice non riesce ancora ad organizzarsi per difendersi dai violenti attacchi padronali e perde continuamente terreno.
Come i precedenti scioperi, la lunga giornata di oggi ci ha permesso innanzitutto di compattare il fronte dei lavoratori in tutta la penisola, di coordinando questo nostro attacco al gigante britannico che nei fatti deve prendere atto della reale rappresentanza dei lavoratori.
Nonostante provocazioni varie, i picchetti tenuto botta hanno massimizzando l’impatto della nostra mobilitazione e minando le certezze di padroni, padroncini e caporali di poter controllare nel tempo l’autorganizzazione dei lavoratori per ridimensionarne la forza.
L’ultima volta, la comunicazione di GLS Enterprise inviataci in serata, in cui, tra minacce repressive legali e aziendali, si invitavano i sindacati ad aprire trattative con i fornitori per definire accordi di secondo livello, è stata un’effettiva dimostrazione che, piaccia o non piaccia, non si può ignorare il nostro “peso” e la nostra compattezza.
D’altra parte, però, GLS Enterprise non può pensare di muoversi indipendentemente dal contesto del comparto della logistica, il caporalato e lo sfruttamento di ieri sono un lontano ricordo per migliaia di proletari, e così sarà anche per chi lavora nei suoi impianti.
Oggi si è fatto un altro passo in avanti, al quale seguiranno certamente altre giornate di lotta e se non basterà ancora altre.