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[CONTRIBUTO] Ue, militarismo, Afghanistan: coalizione di guerra dei “volenterosi” Paesi europei

UE, MILITARISMO, AFGHANISTAN

Traduzione a cura di G. L.

Coalizione di guerra e volenterosi UE

In occasione della recente riunione dei ministri della difesa UE, in Slovenia, è stata riproposta la creazione di una nuova forza militare d’intervento UE, che potrebbe consistere tra i 5.000 e i 20.000 soldati, una specie di Commando Speciale, su modello della “punta di lancia” NATO creata nel 2014, a seguito dell’escalation del conflitto con la Russia sull’Ucraina.

L’obiettivo di 5.000 soldati potrebbe essere raggiunto collegando gli attuali gruppi di combattimento (Battle groups) della UE.

Sono piani che risalgono alla primavera, ma che hanno acquisito attualità dopo la débâcle nell’Hindukush.

Il progetto viene sostenuto soprattutto da Parigi; il presidente francese Emmanuel Macron spinge da tempo per una maggiore “autonomia strategica” UE nella politica Estera e di Difesa.

Con questo la Francia sta anche perseguendo i propri interessi, perché il primo luogo di schieramento della nuova forza dovrebbe essere il Sahel, dove dal 2014 l’esercito francese [1], sostenuto da forze regionali e da diverse centinaia di addestratori militari europei, sta combattendo contro il terrorismo islamista.

Questa missione incontra crescente opposizione nell’opinione francese a causa degli alti costi e dei rischi, motivo per cui a giugno Macron ha annunciato un parziale ritiro.

In passato i tedeschi avevano rifiutato diverse richieste di sostegno militare di Parigi, ma ora se la nuova forza d’intervento dovesse davvero realizzarsi, non potranno più rifiutare.

E la Bundeswehr si potrebbe presto trovare ad affrontare la missione militare più pericolosa della sua storia.

Infatti, gli esperti militari ritengono che l’impegno militare in Mali e in altri paesi come Senegal, Mauritania, Burkina Faso, Niger, Ciad e Sudan sia molto più pericoloso delle missioni di combattimento e addestramento nel nord dell’Afghanistan.

Già la scorsa primavera la Germania ha appoggiato l’idea di una “coalizione dei volonterosi” che servirebbe per sfruttare congiuntamente le capacità militari esistenti, compresa la nuova forza d’intervento.

Francia e Germania ne sarebbero i maggiori azionisti. Rimane tuttavia la questione cruciale di chi sosterrà i costi della nuova forza. I bilanci complessivi della Difesa
dei 27 paesi UE equivalgono al il 50% di quella degli Stati Uniti, ma questo in termini di capacità militari si traduce solo in un decimo di quelle USA.

Il co-presidente del gruppo di sinistra al Parlamento europeo, Martin Schirdewan, sostiene la politica estera dell’UE deve essere sempre orientata verso le linee guida della politica umanitaria e di sviluppo e non deve concentrarsi su un’unione militare…

Inoltre senza le forze USA la UE sarebbe di fatto cieca.

“Qual è la situazione sul terreno, chi è dove, quali obiettivi sono pericolosi? Gli stati UE ottengono tutte queste informazioni esclusivamente dagli Stati Uniti. E non li ottengono come UE, ma individualmente. Ogni paese UE ha contratti individuali con gli USA, da cui riceve il suo cosiddetto quadro della situazione.” [2].

A seguito della débâcle afghana, la ministra della Difesa tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer ha rilevato come da parte UE non ci sia stata “quasi alcuna resistenza” alla decisione degli Usa di ritirarsi dall’Hindukush.

Questo perché la UE non dispone di sufficienti “capacità” militari proprie.

La UE può imporsi solo se diventa più forte e si pone “alla pari con gli USA”.

In un intervento sui media, il commissario europeo per gli affari esteri, Josep Borrell, aveva già in precedenza chiesto che l’Unione costruisse “capacità militari cruciali” e, soprattutto, una forza di intervento (“forza di primo attacco”) di grande potenza.

Oltre alle “capacità militari chiave”, come il trasporto aereo e il rifornimento, la ricognizione strategica e le capacità spaziali, devono essere rese disponibili truppe “più capaci, più schierabili e più interoperabili”.

La decisione su questa coalizione dei volonterosi, e sulla nuova forza di intervento rapido UE, potrebbe essere presa a novembre.

Contrari alla creazione di una nuova forza d’intervento rapido soprattutto i paesi UE filo USA dell’Europa orientale e sud-orientale.

Polonia e Stati baltici in particolare contano su una cooperazione militare stretta con gli Stati Uniti e una cooperazione il più possibile esclusiva con la NATO.

Per superare le resistenze dei paesi est e sud europei, la tedesca Kramp-Karrenbauer propone “responsabilità regionali per la sicurezza”, oltre all’addestramento di forze speciali comuni e all’organizzazione di importanti capacità, quali trasporto aereo strategico e ricognizione satellitare.

Una divisione del lavoro, in cui gli stati dell’Europa orientale e sud-orientale dell’UE potrebbero concentrarsi sui preparativi militari per un possibile conflitto armato
contro la Russia, mentre quelli del Sud Europa si concentrerebbero sulle guerre nel mondo arabo-islamico.

La Germania invece potrebbe fungere da cerniera tra le due parti.

In concreto Kramp-Karrenbauer propone la formazione di “coalizioni di volenterosi”, alleanze tra singoli stati UE per specifici interventi militari, possibili in base all’articolo 44 dei trattati europei, questo servirebbe ad aggirare il problema dell’unanimità. Tutti i paesi dovrebbero essere d’accordo su una data missione – ma non tutti dovrebbero partecipare.

Ciò significa che permane la possibilità di impedire, in caso di emergenza, estenuanti le guerre di altri stati membri, anche se non sono nell’interesse degli Stati Uniti.

Il ministro della Difesa della Slovenia, attualmente alla presidenza UE, non esclude che per le decisioni sulle future guerre dell’UE si possa in futuro passare alla maggioranza dei consensi, anziché l’unanimità.

La “bussola strategica” dell’UE

I ministri Difesa di 14 paesi UE – tra cui Germania, Francia, Italia e Spagna, “i pesi
massimi militari” dell’Unione – avevano già discusso la creazione di una forza di reazione rapida di 5000 uomini, il 6 maggio, nel quadro del dibattito sulla “Bussola strategica”, progetto teso a riunire sotto un comune denominatore i divergenti interessi nazionali di politica estera e militare, che hanno finora ostacolato l’espansione delle missioni militari UE, e che rappresentano il motivo per cui, assieme agli alti costi, la UE non ha mai stati schierato i suoi gruppi tattici (i cosiddetti “battlegroups”, istituiti nel 2007), – forze di reazione rapida – forti di 1.500 soldati, due dei quali operano per periodi di sei mesi.

Inoltre i battle groups sono ritenuti troppo piccoli per operazioni di combattimento più grandi.

La “bussola strategica” si basa su un’analisi congiunta delle minacce dei centri di intelligence UE e dei servizi segreti nazionali degli stati membri, e dovrebbe essere approvata il 16 novembre, secondo il commissario europeo per gli affari esteri Josep Borrell.

La Germania starebbe lavorando sul progetto, e hanno già segnalato il proprio appoggio, anche Portogallo, Olanda, Slovenia

La nuova forza reazione rapida dovrebbe consistere inizialmente in “una componente dell’esercito delle dimensioni di una brigata e una componente della marina”; a lungo termine, potrebbe essere “integrata da forze aeree e di supporto”.

Note

1] Sul terreno sono presenti 4.500 soldati francesi per l’operazione Barkhane.

2] Ronja Kemplin, esperta di sicurezza UE presso la tedesca Stiftung Wissenschaft und Politik.

Fonti

German Foreign Policy 21.09.06 / Die Welt 21.09.05 / Tagesschau, 21.08.28 / 21.09.02

Christoph B. Schiltz: Nach dem Afghanistan-Debakel wirbt Deutschland für eine “Koalition der Willigen” [Dopo la debacle dell’Afghanistan, la Germania promuove una “coalizione dei volenterosi]. welt.de 21.09.02 https://www.welt.de/politik/ausland/article233545002/Verteidigung-Vor-dieser-Eingreiftruppe-kann-sich-Deutschland-nicht-mehr-druecken.html

Tagesschau, 21.09.02: Eine Eingreiftruppe nur aus Willigen?
https://www.tagesschau.de/ausland/europa/treffen-eu-verteidigungsminister-101.html

Tagesschau, 21.08.27: EU-Missionen auch ohne US-Hilfe?
https://www.tagesschau.de/ausland/europa/afghanistan-1053.html