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Italtel 15 settembre2008

Detassazione degli Straordinari? E…

Il Raggruppo Sindacale conferma e rafforza le voci di esuberi.

Sembra proprio ci sia di più, molto di più di quello che ci dicono, che accennano senza chiamare col loro nome, prendendola alla larga, molto alla larga ma non troppo.

Che ci si debba preparare al peggio lo suggerisce anche la “nuova” veste con la quale si manifesta nei comunicati, ormai sempre più spesso, il Sindacato a Castelletto.

Non più le Rsu di Castelletto ma “qualcosa di più Grande” (enorme, il coordinamento nazionale), qualcosa che rimanda ai passati recenti tagli al personale, refrain di “come ti abbellisco il bilancio, risparmiando sugli stipendi grazie agli ammortizzatori di Stato” (che Italtel sa bene di potere ottenere solo grazie ai Sindacati di Stato).

Per questo più che farci abbagliare dal “facile guadagno” dobbiamo stare attenti ai “falsi profeti” che continuano da tempo a lagnarsi di essere snobbati e ignorati dalla Direzione, ben consci però di essere l’ago della bilancia, un ago che deve però recuperare magnetismo sul nucleo.

Grottesco in proposito il panegirico sugli AIUTI DI STATO (La detassazione e tanti altri “generi di conforto” per i Padroni, poverelli), come se il Sindacato Confederale non avesse suggellato col protocollo sul welfare e la ridicola teoria della redistribuzione della produttività ai lavoratori, la gara vergognosa tra Centro-di-quì e Centro-di-lì per assumersi la paternità di cotanta pacchia a carico dei contribuenti.

Come lavoratori poi, non sposiamo ne la loro “storia sindacale”, parabola annunciata di un fallimento pilotato politicamente e attuato sindacalmente, di quello che poteva essere un grande competitore italiano mondiale e non solo europeo di telecomunicazioni, ridotto dalla ritirata statale a mero integratore e compratore di tecnologia altrui, piuttosto che sviluppare e produrre in casa. Altri, come lo Stato Cinese, hanno invece capito la strategicità delle telecomunicazioni, Haiwei docet.

Ne accetteremo di essere cacciati e affamati con i sussidi e l’elemosina di Stato (l’unico vero investimento di questa italietta), contrattata, come alla Marconi.

Se queste voci si riveleranno fondate non ci rimarrà che difendere legalmente il nostro diritto ad un reddito da lavoro, in autonomia, contando solo su noi stessi e su quello che riusciremo a costruire e ad ottenere come gruppo autorganizzato che non delega a nessuno i propri diritti, primo fra tutti quello a sopravvivere del proprio lavoro, senza essere forzosamente “mantenuti in coma farmacologico e coi respiratori artificiali”.

E semmai verremo colpiti individualmente, ovunque nei reparti, non aspettiamoci che qualcuno si volti a guardarci o alzerà la mano in nostro aiuto, perché chi aveva, chi ha avuto il compito morale e sociale di seminare tra i giovani valori veri e solidarietà, ha invece seminato clientelismo e individualismo non della peggior specie, perché non c’è un limite a questo, ma anzi molto coerentemente all’abbrutimento sociale generale.

Ma nonostante ciò se saremo uniti, se ci libereremo dalla schiavitù meccanicista mentale della delega, agendo collettivamente, vinceremo.

Come Comitato di Base Italtel vogliamo rincuorare pertanto tutti coloro i quali ci hanno sostenuto e rafforzato a vario titolo in questi tre anni e che vivono questo clima con timore e perplessità.

Se non lo avete già fatto, iscrivetevi con fiducia al Comitato per rafforzarlo e renderlo autonomo economicamente, un COBAS più forte serve a tutti noi e in prospettiva rappresenta un eccezionale ed insostituibile strumento di pressione e di lotta.

Ricordiamo che l’iscrizione allo SLAI COBAS (60 € interamente versati nella cassa di resistenza di stabilimento che paga i contributi ai partecipanti le iniziative), deve essere rinnovata annualmente per espressa volontà del lavoratore/trice, militante che si riconosce nella lotta senza tregua al medioevo capitalista e ai suoi vassalli politici.

Sindacato.Intercategoriale.Cobas ITALTEL Lavoratori Autorganizzati 15 settembre 2008