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CCNL 2009 e diritti dei lavoratori

In un precedente volantino avevamo espresso le nostre critiche al contratto integrativo 2009 che, malgrado l’apparente salvaguardia dell’incentivo, aveva aperto la strada a un prolungamento dell’orario di lavoro attraverso il ricorso selvaggio allo straordinario.

  • 24 milioni di euro erano stati stornati dal Fondo di Ente per destinarli al lavoro straordinario il cui tetto mensile veniva innalzato a 48 ore;

  • Il tetto settimanale delle ore lavorabili veniva stabilito in 48 ore su 7 giorni, aprendo di fatto la strada al sabato e alla domenica lavorativi.

La contropartita al mantenimento dell’incentivo era stata, insomma, quella di aprire la strada a un peggioramento delle condizioni lavorative permettendo all’Amministrazione di sopperire alle carenze d’organico con un aumento di fatto dell’orario di lavoro.

Tutto ciò ci appariva ancora più grave in considerazione dell’utilizzo di lavoratori interinali all’interno dell’Istituto – con salario e diritti ridotti- e della grave disoccupazione che colpisce all’esterno.

Ora, dopo che l’Amministrazione ha fatto sapere, che non hanno passato il vaglio dei ministeri vigilanti alcune parti del contratto integrativo con la conseguenza:

  • che verrà tagliato di 13 milioni di euro il Fondo di Ente;

  • che sarà vietato lo scorrimento delle graduatorie delle selezioni interne;

  • che sarà bloccata l’ipotesi di corrispondere un salario di accresciuta professionalità ai lavoratori delle aree A e B per compensare lo svolgimento di mansioni superiori.

appare chiara tutta la valenza negativa di questo contratto integrativo.

Si è permesso in pratica all’Amministrazione di aumentare i ritmi e i carichi di lavoro con la contropartita di una riduzione dello stipendio o, per chi è caduto nella trappola del ricorso al lavoro straordinario, di avere lo stesso stipendio di prima prolungando notevolmente il proprio orario di lavoro.

Quanto è successo è la dimostrazione di quanto sia fallimentare una politica sindacale che tende a svendere alcuni diritti nell’illusione di mantenerne altri.

Da anni la politica concertativa dei sindacati ha teso a monetizzare i disagi, legando parti importanti del salario ad aumenti esponenziali della produttività.

Ora che la politica del governo usa il pubblico impiego come terra di rapina, restano gli aumenti di produttività mentre, insieme ai diritti, scendono in picchiata anche le nostre retribuzioni.

Ma non è solo il pubblico impiego a essere colpito dai provvedimenti del governo (riforma della P.A. e manovra economica), è tutto il mondo del lavoro a essere aggredito da una politica ultraliberista che sta scaricando sui lavoratori i costi della crisi economica e approfitta di questo momento per far man bassa dei diritti conquistati con tanti anni di lotte.

Le sparate del Ministro Tremonti sui “costi insostenibili della L. 626/94”, in sfregio alle migliaia di morti e feriti sul lavoro cui assistiamo ogni anno, il caso “Pomigliano” e i licenziamenti politici alla Fiat di Melfi non sono che la punta di un iceberg.

In nome del profitto e della competitività delle imprese e con la scusa della globalizzazione governo e CONFINDUSTRIA stanno azzerando ogni diritto, “dimenticandosi” del fatto che i veri assistiti di questo Stato sono i grandi gruppi industriali -a cui sono stati elargiti a man bassa incentivi e sovvenzioni- e i politici, i cui costi continuano a essere insostenibili.

E’ ora di riprendere la mobilitazione, partendo dai problemi che più ci colpiscono in questo momento, CCNI e riorganizzazione dell’Ente, ma tenendo ben presente che questi sono solo la conseguenza di una politica più generale sul pubblico impiego e sul mondo del lavoro.

E’ ora di ripartire con le lotte nel pubblico impiego e fuori.

NOI NON SIAMO PIU’ DISPOSTI A PAGARE LE LORO CRISI.             CCNL 2009 e diritti

S.I. COBAS INPS 9 settembre 2010