Ore 15, presso il presidio permanente della Stazione Centrale di Milano – binario 24
Obiettivo dell’assemblea:
Rafforzare il collegamento fra le diverse realtà lavorative in lotta e definire forme di mobilitazione unitarie per la giornata del 27 gennaio
Promuovono:
Presidio permanente Esselunga Pioltello – Presidio permanente “torre faro” licenziati Treni notte – Presidio permanente Elnag Trivulzio – Coordinamento regionale operai cooperative della logistica – Coordinamento lav. autoconvocati Milano (Maflow, Marcegaglia, NIelsen, Comune Milano, Regione Lombardia), S.I. Cobas
La lista è ovviamente aperta a tutte le realtà di lotta che, condividendo i contenuti dell’appello, faranno giungere la loro adesione o la porteranno direttamente all’assemblea di domenica.
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A tutti gli operai in lotta
A tutti i precari, discoccupati, studenti
A tutti quelli che subiscono gli effetti della crisi
Una crisi devastante si sta abbattendo sui proletari di mezzo mondo, mandando in frantumi tutte le sicurezze sociali e quel senso di relativo benessere che aveva illuso intere generazioni.
Operai licenziati in massa a causa delle operazioni di rapina dei padroni che, in nome della crisi, trasferiscono la produzione laddove si può imporre un maggiore sfruttamento, laddove la frase “diritti dei lavoratori” non è ancora entrata nel vocabolario comune.
Operai vittime di licenziamenti politici, per essersi opposti alle inaccettabili condizioni di sfruttamento e di caporalato, per aver combattuto la morte che aspetta dietro l’angolo a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza, per aver denunciato le angherie e i soprusi subiti quotidianamente dai capi..
In ogni caso sono sempre i lavoratori la prima trincea della guerra che viene scatenata dai padroni in difesa dei loro profitti e che per troppi anni abbiamo subito, in nome di una pace sociale, sindacale e politica, che in teoria doveva garantire migliori condizioni per tutti e che in realtà si è rivelata una trappola micidiale.
Oggi, con la crisi, questa verità storica viene a galla e, con essa, emergono anche le uniche scelte possibili: crollare nella miseria a cui ci vogliono condannare oppure alzarsi e combattere per un futuro diverso.
E sono già decine le situazioni che hanno cominciato a fare questa seconda scelta. Presidi, picchetti, scioperi, occupazioni…la classe operaia sta tornando ad alzare la testa e, con essa, tutti quelli che sono costretti a subire gli effetti della crisi, senza aver mai sposato la causa di chi l’ha prodotta.
Queste sono le premesse comuni alle realtà che si sono incontrate nel fuoco di queste lotte per solidarizzare e darsi forza reciproca, e che hanno cominciato a maturare l’esigenza di dare uno sbocco più avanzato al confronto che ne è venuto.
Ciò che contraddistingue i protagonisti di questo tentativo non è l’appartenenza a questo o quel percorso politico o sindacale, ma piuttosto la volontà di ricostruire un’effettiva unità dal basso utile ad affrontare la situazione attuale e a guardare avanti con maggior fiducia e coraggio.
– Una piattaforma di obiettivi comuni per passare dalla resistenza al contrattacco;
– Un piano di lotta basato sull’obiettivo di rotture reali e con un calendario coordinato;
– Una cassa di resistenza come strumento di autodifesa da costruire insieme;
– Una rete di comunicazione per far circolare informazioni e discussioni interne
Queste le ambizioni e le idee finora emerse nella discussione.
Altre, ovviamente, ne verranno col procedere degli avvenimenti.
Ciò di cui ci sentiamo sicuri è che non c’è tempo da perdere, che le esigenze che qui poniamo sono più che mature e che esistono le forze sufficienti per fare in modo che lo slogan “facciamo pagare ai padroni la loro crisi” diventi realtà.