E’ sempre assurdo morire di lavoro ma quello che è successo ieri a Perugia, negli Uffici della Regione, è al di fuori di ogni logica.
Dopo anni di campagne mediatiche contro il pubblico impiego, dopo che gli impiegati pubblici sono stati rappresentati come fannulloni, imbroglioni o, nel migliore dei casi, come lavoratori privilegiati c’era da aspettarselo che l’ira di persone esasperate, messe in ginocchio dalla crisi e arrabbiate contro il sistema, si riversasse su chi fa da tramite tra il cittadino e la pubblica amministrazione.
Ogni giorno tocchiamo con mano il grado crescente di esasperazione di molte persone.
La crisi va avanti e miete le sue vittime che, sentendosi impotenti, se la prendono con chi ai loro occhi rappresenta uno Stato sempre più delegittimato da sprechi, privilegi e politiche economiche che proteggono i poteri forti e colpiscono chi è più debole.
Oggi il nostro pensiero va alle due lavoratrici uccise, una vicina alla pensione, l’altra precaria, morte perché “colpevoli “ di lavorare nella pubblica amministrazione.
Oggi la nostra solidarietà va a tutti i dipendenti pubblici che, come noi, ogni giorno sono lasciati da soli ad affrontare le conseguenze di scelte politiche che non gli appartengono.
NON SI PUO’ MORIRE DI LAVORO.
8 marzo 2013 – Coordinamento provinciale Pubblico Impiego SI Cobas
Morire di lavoro
