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La trattativa non va bene. La Fincantieri provoca. E’ necessario far sentire chiara e forte la voce dei lavoratori!

Mercoledi è stata aperta la trattativa tra Fincantieri e Fiom-Fim-Uilm, presente la Rsu dello stabilimento.
Sta andando male perché Fincantieri, dopo una iniziale, ambigua, apertura sul 6×6, ha gettato sul tavolo la pretesa di avere per due anni totale mano libera sugli orari trasformando di fatto il sabato e, chi sa, anche la domenica in normali giornate lavorative attraverso l’uso in pratica illimitato degli orari plurisettimanali. Questo equivale a un taglio secco dei salari, senza dare alcuna garanzia in materia di mantenimento degli organici, cioè di licenziamenti e cassa integrazione. E se non bastasse, la Fincantieri pretende togliere alla Rsu qualunque voce in capitolo su tutte le questioni decisive per le condizioni di lavoro degli operai.
La proposta è risultata talmente provocatoria che la Fiom ha abbandonato il tavolo delle trattative. Non sappiamo, francamente, se Fim e Uilm abbiano deciso di firmare l’ennesimo accordo filo-padronale separato. Sembra di sì, e se così è stato, ne dovranno rispondere davanti ai lavoratori! Non sappiamo neppure se il padrone-Fincantieri intenda portare avanti sul serio la sua provocatoria proposta sugli orari plurisettimanali, oppure se – invece – l’abbia avanzata per poi ritirarla a condizione che anche la Fiom si accontenti di un piatto di lenticchie.
Di una cosa, però, siamo assolutamente certi: è indispensabile che gli operai, e anche gli impiegati dotati di spina dorsale, facciano sentire la propria voce, al più presto, già stamani. Fincantieri deve sapere che se intende provocare i lavoratori respingendo tutte le loro aspettative e rivendicazioni, dovrà fronteggiare la risposta di lotta dei lavoratori.
E questa voce potete farla sentire in un solo modo: con uno sciopero che si rivolga anzitutto agli altri cantieri del gruppo e per primi ai lavoratori di Monfalcone – alle prese, da ieri, con gli stessi problemi vostri, affinché si coordini subito un’azione di lotta comune; che si rivolga poi alla città, cioè agli altri lavoratori dell’area affinché comprendano ancora più a fondo che questa lotta li riguarda in modo diretto; che si rivolga, infine, a tutti i lavoratori che sono alle prese in ogni posto di lavoro con la smisurata arroganza padronale che pretende di schiacchiare sotto il proprio tallone i bisogni, le necessità e i diritti acquisiti dei proletari.
Appena due-tre giorni fa l’a.d. Bono ha dichiarato: per Fincantieri “esistono le condizioni per guardare con ragionevole ottimismo al futuro”. L’ha fatto dopo aver verificato i conti del primo semestre 2013, con profitti operativi raddoppiati/triplicati rispetto ad un anno fa, un portafoglio ordini superiore ai 10 miliardi di euro, un surplus di cassa pari a 183 milioni: tutti miracoli del lavoro operaio, del lavoro vivo!
Ma a fronte di questo ottimismo per il futuro dell’azienda, il futuro di chi lavora in Fincantieri “deve” essere fatto, invece, a tutti i costi di riduzione dei salari, licenziamenti, cassa integrazione e massima flessibilità. I bilanci di Fincantieri migliorano, la condizione operaia nella Fincantieri peggiora. E secondo Bono&C. deve ulteriormente peggiorare. Intanto, il governo Letta torna a mettere mano alla privatizzazione di Fincantieri e alla sua quotazione in borsa, combattute con successo dai lavoratori nel 2007-2008 – che significherebbero un altro secco peggioramento tanto per i lavoratori di Fincantieri quanto per quelli degli appalti, come è avvenuto in tutti i processi di privatizzazione.
A questo progetto violentemente anti-operaio è indispensabile intimare un alt fermo e deciso. Non è facile, lo sappiamo. Ma bisogna farlo! Bisogna che nella classe operaia qualcuno inizi a dire chiaro e forte: basta! Basta all’insaziabile avidità padronale di profitti! Basta ai sacrifici, alle rinunce, ai ricatti contro i lavoratori! Basta alla disoccupazione e all’impoverimento dei lavoratori, mentre sfruttatori, grassatori e parassiti si gonfiano del nostro sudore e del nostro sangue! 

Marghera, 26 luglio 2013

Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri
piazzale Radaelli 3 – Marghera ( comitatosostegno@gmail.com )