Con l’accordo sulla rappresentanza sindacale firmato il 10 gennaio scorso tra Confindustria e sindacati confederali viene impressa l’ennesima svolta autoritaria al sistema delle relazioni sindacali mettendo a rischio il diritto di sciopero e, più in generale, il diritto delle RSU e delle organizzazioni sindacali ad organizzare iniziative di lotta contro accordi non condivisi.
Vi è da rilevare, innanzitutto, che è singolare che le norme che disciplinano la rappresentanza sindacale non siano decise dai lavoratori ma da un patto siglato tra Confindustria e sindacati concertativi la cui filosofia appare quella di escludere dalle trattative i sindacati di base ed impedire iniziative di lotta anche da parte di quei delegati sindacali che, pur essendo iscritti a CGIL, CISL e UIL si trovino ad esprimere posizioni di dissenso rispetto ai vertici.
Viene quindi legalizzata una vera e propria dittatura da parte della triplice e di CONFINDUSTRIA esportando, di fatto, il modello “Marchionne” in tutti i contratti nazionali, proprio quel modello che aveva fatto perdere alla stessa FIOM ogni diritto sindacale all’interno del Gruppo FIAT.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono i contenuti dell’accordo:
TRATTATIVE SINDACALI A LIVELLO NAZIONALE.
L’accordo pone due condizioni per la partecipare alle trattative a livello nazionale:
– averlo sottoscritto o comunque avervi aderito (e aver aderito anche agli accordi precedenti firmati dai sindacati confederali il 28/6/2011 e il 31/5/2013);
– avere una rappresentatività (nell’ambito di applicazione del CCNL) del 5% considerando a tal fine la media tra il dato associativo e la percentuale dei voti ottenuti nelle elezioni RSU.
Peccato, però, che l’obbligo di effettuare la trattenuta sindacale in busta paga valga solo nei confronti dei sindacati che abbiano firmato l’accordo del 10 gennaio (CGIL, CISL, UIL) o di quelli che vi aderiscano accettando le regole di raffreddamento dei conflitti in esso previste, creando quindi una specie di cortocircuito: solo chi ha sottoscritto l’accordo ha diritto alla trattenuta in busta paga, se non hai la trattenuta in busta paga non puoi raggiungere il 5% di rappresentanza (anche nel caso in cui sei maggioritario nel settore) e quindi non puoi partecipare alle trattative nazionali.
REGOLE PER LA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI RSU.
LIMITAZIONE DELLE LIBERTA’ SINDACALI E DEL DIRITTO DI SCIOPERO.
L’accordo, che riguarda il settore privato ma che avrà sicuramente ripercussioni anche sul pubblico impiego, prevede che per partecipare alle elezioni delle RSU sia necessario aver sottoscritto l’accordo o aderirvi, impegnandosi ad accettare tutte le regole in esso contenute.
E cosa prevedono queste regole? Prevedono che se viene sottoscritto un accordo da organizzazioni sindacali che abbiano il 50%+1 di rappresentanza nel settore, previa consultazione a maggioranza semplice dei lavoratori, l’accordo vincola anche i sindacati e i delegati sindacali che non lo condividono ai quali viene impedito di organizzare iniziative di lotta, scioperi, etc, contro l’accordo, pena la sospensione dei diritti sindacali e l’applicazione di pesanti sanzioni pecuniarie a carico delle organizzazioni sindacali e dei singoli delegati RSU dissenzienti.
Ovviamente, applicare pesanti sanzioni pecuniarie a un sindacato di base i cui unici introiti sono le quote pagate dai propri iscritti, significa negargli ogni possibilità di sopravvivenza perché, a differenza di CGIL, CISL e UIL, i sindacati di base non vivono dei proventi dei patronati, né hanno quote in banche, assicurazioni o società di lavoro interinale… sulle sanzioni ai singoli delegati RSU poi neanche a parlarne…
E che nessuno s’illuda che sarà possibile controllare l’esito di consultazioni interamente gestite da CGIL, CISL e UIL: il passato ci ha insegnato che è praticamente impossibile per chi è esterno al “sistema” verificare i dati, senza parlare dei casi in cui, come era capitato con la vertenza FIAT, l’unica alternativa che viene posta ai lavoratori con il referendum è quella tra la chiusura della fabbrica o l’accettare condizioni di lavoro peggiorative.
Contro questo accordo vergognoso deve partire la mobilitazione in ogni posto di lavoro perché la gestione della democrazia sindacale deve spettare ai lavoratori e non essere affidata ad accordi capestro tra Confindustria e CGIL, CISL e UIL.
LE LIBERTA’ SINDACALI E IL DIRITTO DI SCIOPERO NON SI TOCCANO.
S.I. Cobas Pubblico Impiego il volantino Accordo su rappresentanza sindacale