“Sparano col cannone alle farfalle, ma queste volano in alto..”, con questa immagine si è concluso l’intervento di Aldo Milani alla manifestazione del 1 febbraio a Bologna. Una manifestazione che ha visto i partecipanti, lavoratori licenziati della Granarolo tra i primi, esprimere una determinazione che trova la sua giustificazione nella consapevolezza ormai raggiunta che la lotta per il reintegro dei licenziati, non è più, se mai lo è stata, una lotta di un piccolo gruppo di operai immigrati contro il licenziamento illeciti di giugno.
Il terreno dello scontro è infatti oramai diventato un altro, non più, o non solo, quello vertenziale, ma quello del conflitto tra lavoratori e padroni, tra sfruttati e sfruttatori, tra classe operaia e sistema capitalista.
I fatti della scorsa settimana, gli interventi della polizia, gli arresti dei due compagni, hanno fallito nel loro obiettivo di smontare la lotta.
Neppure la campagna mediatica messa in campo da Calzolari & Coop, con l’acquisto di paginate di quotidiani, o attraverso la disponibilità compiacente di organi di stampa padronali, hanno saputo fermare lo sviluppo del movimento di sostegno alla lotta. Anzi, proprio l’arroganza manifestata da Granarolo, Legacoop, politici compiacenti, sindacati collusi, ha finalmente risvegliato dal torpore anche settori intellettuali, fino ad ora un po’ distratti sulle vicende delle lotte dei lavoratori della logistica che stanno investendo (anche) il territorio bolognese.
Dopo la manifestazione di sabato i lavoratori non possono che essere più forti. Avanti così.