Lo sciopero dei facchini del SI.Cobas, iniziato il 23 dicembre, prende le mosse dall’ennesimo cambio appalto, un meccanismo legalizzato dalle politiche attuali e che flagella il settore della logistica e dei trasporti, Un settore in cui imperversano consorzi di cooperative intermediarie,rispondenti all’esigenza di controllo della forza lavoro, flessibilita’ e di riduzione sistematica del suo costo.
Un cambio appalto, quello in Bormioli, segnato da un accordo sindacale siglato dal CAL (consorzio entrante) con la CGIL (sindacato largamente minoritario nel magazzino prima del cambio: 4 iscritti), che cancella in un sol colpo diritti acquisiti nel tempo quali scatti di anzianità e livelli di inquadramento.
Il tutto nella prospettiva esplicita di una successiva riduzione di organico ( alla scadenza dei 9 tempi determinati) benché si lavorasse con moltissime ore di straordinari.
Vogliamo quindi smontare la tesi sostenute dalla CGIL, anche a mezzo stampa, per screditare le ragioni degli operai e del SI.Cobas, che sono in sciopero dal 23 dicembre 2015:
Basterebbe un semplice ulteriore cambio appalto per assorbire tale indennizzo e riportare i lavoratori a….quattro anni fa.
Di fronte a tutto questo si è liberi solo di scegliere da che parte stare. Ma distorcere la realtà, e mistificare i contenuti dell’azione dei lavoratori, come fanno i dirigenti CGIL, significa aver già scelto da che parte stare passando dai 4 iscritti ai circa trenta attuali in seguito agli “inviti” padronali.
E non è quella degli operai che hanno smesso di ragionare solo a partire dal proprio “netto in busta”, mese dopo mese e anno dopo anno….La lotta continua
S.I. Cobas nazionale
Fidenza 19 gennaio 2016
Riportiamo qui sotto l’intervento del piccolo bonzo della CGIL di Parma: