Il Si Cobas contesta la possibilità che viene data agli handlers di subappaltare il 30% del loro fatturato a cooperative senza la copertura di una garanzia contrattuale allineata al Ccnl e senza le certificazioni richieste invece agli operatori di handling.
L’ingresso delle cooperative a Malpensa ha creato un dumping reddituale a catena in quanto i contratti applicati fanno riferimento alle categorie della logistica e del commercio.
Una ricaduta sulla programmazione ferie, sui turni e sulla loro modalità di pagamento dei notturni, sulla già tanto spinta flessibilità e sulle modalità di trattamento salariale della malattia.
Inoltre il meccanismo delle scatole cinesi degli appalti e subappalti, voluto da manager, politici e sindacati, deresponsabilizza i manovratori e lascia i problemi sulle spalle dei già vessati lavoratori.
Questi continui passaggi di appalti, oltre a ridurre la busta paga dei lavoratori a cifre miserevoli, riduce la tutela della salute di chi opera nel contesto aeroportuale a causa delle valutazioni di rischio non adeguate alla realtà lavorativa e alla sorveglianza sanitaria quasi assente.
SiCobas ritiene inaccettabile che ciò avvenga e pone come condizione indissolubile quella delle certificazioni a qualsiasi livello per chi opera all’interno dei servizi aeroportuali e quella del salario che deve avere come riferimento il contratto unico per gli aeroportuali. La presenza di questa logica è un ossimoro come pure la pretesa di contrastare l’ingresso di Alpina ad opera di Ags attraverso comunicati e azioni congiunte tra i sindacati di base e le sigle storiche, quest’ultime firmatarie di “la qualunque accordo” e che nella realtà hanno agevolato i dirigenti/sindacati/politici di turno e hanno “promosso” l’arretramento del salario e dei diritti dei dipendenti.
Ricordiamo che di fatto in Ah viene applicato il Mog con turni allucinanti, che gli interinali non hanno tabelle ferie e dei pool, che a molti di loro vengono spostati i turni come se avessero la reperibilità e che ci sono stati segnalati casi in cui viene chiesto loro di fare i corsi di aggiornamento online da casa e non in orario di lavoro.
Per noi non è credibile affiancarsi a un percorso di opposizione addirittura insieme a Sea che sta smantellato il gruppo ed esternalizzando i servizi a costi ribassati.
Di fatto Sea con la compiacenza di alcuni sindacati si è fatta promotrice della stessa logica che ci fa credere di voler combattere.
Marciare con Cgil & company non avrebbe senso né per coerenza né per fiducia soprattutto dopo aver subito accordi che nella sostanza hanno portato i lavoratori ad arretramenti contrattuali spaventosi.
Sono poco credibili e ben orchestrati, le logiche sono vecchie e da cambiare. Noi non ci stiamo!
Malpensa, 29 luglio 2017