Cobas

[PRATO] Quali risposte dal Comune ai lavoratori sfruttati? Un chiarimento. Operai Texprint in lotta contro sfruttamento e repressione

In diretta da Piazza delle Carceri per la manifestazione dei lavoratori #Texprint e della #GKN nell’anniversario della #liberazione di #Prato:

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6 settembre

S.I. Cobas Prato e Firenze


Il nostro intervento durante la commemorazione dei martiri di Figline di Prato:

https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/videos/2950648188543758

Celebrare la liberazione per noi significa continuare a lottare per gli stessi valori per cui in migliaia hanno donato la vita.

Perché la costituzione italiana venga applicata, come abbiamo scritto sulla Casa dei diritti davanti ai cancelli di #Texprint.

Ringraziamo di cuore il Comitato 25 Aprile Prato

6 settembre

S.I. Cobas Prato e Firenze


QUALI RISPOSTE DAL COMUNE DI #PRATO AI LAVORATORI SFRUTTATI?

Un chiarimento…

Dopo lo sciopero della fame dei lavoratori Texprint in piazza del Comune, si è parlato di tutto meno che dei motivi e delle richieste avanzate dai lavoratori con la protesta.

Non vogliamo rispondere alle tante dichiarazioni arrivata dal Sindaco Biffoni, dall’Assessore Mangani e dal segretario del PD Bosi sul nostro sindacato.

I lavoratori sono scesi in piazza per avere risposte su problemi concreti e drammatici che vivono sulla loro pelle, non per chiedere loro un opinione sul sindacato a cui hanno scelto di associarsi.

Sì, perché ognuno è libero di avere le sue idee e fare le sue scelte ma in molti sembrano si essersi dimenticati che il sindacato lo scelgono i lavoratori e la politica dovrebbe solo rispettare queste scelte.

Così non è, ma veniamo alle cose importanti.

Una cosa vera il Mangani l’ha detta: da tre mesi i lavoratori della Texprint tengono incontri e tavoli presso lo sportello antisfruttamento di via Roma.

E proprio questo è il punto: dopo tre mesi non si è ancora raggiunto i risultati sperati rispetto a questioni importanti come il riconoscimento della residenza anagrafica e la segnalazione per il riconoscimento di permessi di soggiorno c.d. “art.18” per sfruttamento.

Entrambi i temi chiamano in causa direttamente l’amministrazione comunale: le residenze sono evidentemente in capo all’anagrafe comunale, il riconoscimento di permessi di soggiorno c.d. “art.18” necessita di segnalazioni e progetti sociali che nel Comune di Prato non possono che passare dallo sportello antisfruttamento.

Il Sindaco Biffoni scambia volontariamente fischi per fiaschi, “dimenticandosi” delle richieste di residenze anagrafiche da una parte mentre dall’altra si sfila da ogni competenza circa la richiesta di “rinnovo dei permessi di soggiorno”.

Si sta parlando di altro, e lo sa bene.

E’ paradossale l’accusa che ci viene rivolta di non elaborare proposte e di sottrarsi dai tavoli. Il percorso allo sportello antisfruttamento iniziava dopo mesi di diniego all’incontro con la giunta Comunale.

L’assessore Mangani si è sempre rifiutato di partecipare agli incontri presso via Roma nonostante le nostre richieste, salvo presenziare al primo incontro per i primi dieci minuti, dire la sua e abbandonare il tavolo.

E’ questo il motivo per cui è reso necessario lo sciopero della fame ed il presidio in piazza pe richiedere – per l’appunto! – un tavolo interistituzionale con la presenza dell’assessore Mangani con l’obiettivo (citando testualmente) “di condividere al tavolo un bilancio del percorso avviato presso lo Sportello antisfruttamento e trattare le criticità e le questioni sollevate da questa O.S. in particolare circa il riconoscimento dei permessi di soggiorno c.d. “art.18” per i lavoratori della Texprint ed il riconoscimento delle residenze anagrafiche virtuali ai lavoratori che, sebbene a tutti gli effetti abitanti nel territorio, ne sono privi ed esclusi rimanendo esclusi conseguentemente anche dall’accesso alle politiche di welfare e dall’assistenza medica di base”.

E’ l’amministrazione che sfugge dal confronto, non il sindacato.
E non lo fa da ora.

Già a luglio formalizzavamo proposte concrete allo Sportello Antisfruttamento e all’Assessore Mangani senza ricevere risposte.

Anche in quel momento, sottolineavamo la necessità di procedere al riconoscimento delle residenze anagrafiche per cittadini che qui vivono, lavorano e pagano le tasse e la cui partecipazione agli incontri presso lo sportello dovrebbe bastare a provare ciò.

E invece questi lavoratori continuano a non essere riconosciuti come cittadini di questa città.

Per loro sono chiuse le porte di accesso all’assistenza medica di base, al welfare comunale, ai diritti di cittadinanza, mentre si fanno ancora più difficili le strade per i rinnovi dei permessi di soggiorno e non solo.

Sì, è vero.

A Prato c’è uno sportello antisfruttamento.

Lo sportello propone dei progetti.

Ma si tratta di progetti come il SAI (ex-Sprar), finanziato e gestito dal Ministero dell’Interno, pensato e progettato per l’accoglienza di rifugiati che da poco tempo sono sul territorio italiano e che non sono adeguati a lavoratori che da tempo sono sul territorio e qui hanno una storia lavorativa e di sfruttamento alle spalle.

Ma non solo: questi progetti sono endemicamente riservati ai titolari di permessi di soggiorno legati alle protezioni internazionali ed escludono così i lavoratori titolari di altri permessi di soggiorno.

E’ necessario aprire una riflessione affinchè i progetti possano adeguarsi ai bisogni e alle problematiche dei lavoratori sfruttati, non viceversa.

Noi non accusiamo il Comune dell’insufficienza ed inadeguatezza degli strumenti in campo, ma della indisponibilità a ripensarli e a costruirne di nuovi in una dialettica positiva e di dialogo con chi lo sfruttamento lo subisce e con le rappresentenze sindacali, tutte, da cui i lavoratori scelgono di farsi rappresentare.

Questi temi, che sono i motivi che hanno portato otto lavoratori montare una tenda in piazza del Comune e a fare lo sciopero della fame, devono rimanere al centro e attendono ancora risposte dall’amministrazione comunale.

Tutto il resto è noia.

5 settembre

S.I. Cobas Prato e Firenze


Dopo Tomaso Montanari e Willie Peyote, arriva la solidarietà agli operai #Texprint da Modena City Ramblers, Alessandro Orsetti e Annalisa, i genitori di Orso, che ha sempre avuto un posto al cuore del nostro presidio al Macrolotto, e Ascanio Celestini.

Prato non deve essere sgomberi di scioperi della fame davanti al palazzo del Comune, non deve essere botte agli operai che chiedono i loro diritti, non deve essere istituzioni che si girano dall’altra parte quando i lavoratori denunciano la schiavitù nelle fabbriche.

Tutte queste persone si sono prese la responsabilità di ricordarlo in occasione di iniziative organizzate dal Comune di Prato per il settembre pratese, e per questo siamo loro profondamente grati.

“Che roba contessa all’industria di Texprint, han fatto uno sciopero quei quattro stranieri, volevano avere risposte istituzionali, dicevano pensi, di essere sfruttati…

E quando è arrivata la polizia quei quattro straccioni han gridato più forte, di sangue han sporcato piazza del Comune, chissà quanto tempo ci vorrà per pulire…”.

7 settembre

S.I. Cobas Prato e Firenze