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[ITALIA] 11 ottobre sciopero generale: per l’unità di classe, contro la ristrutturazione capitalistica di licenziamenti e precarietà

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato dei compagni e delle compagne del Csa Vittoria di Milano:

11 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE

CONTRO I LICENZIAMENTI LA PRECARIETA’

E PER L’UNITA’ DELLA CLASSE!

Lo sciopero generale del sindacalismo di base di lunedì 11 ottobre rappresenta un importante passaggio per sollecitare la necessaria e non più rinviabile costruzione di un fronte di lotta di massa che riesca a rappresentare e incanalare le diverse espressioni di lotta operaia e sociali.

Un fronte di classe che si opponga alla restaurazione padronale e alle politiche di un governo non più mero rappresentante degli interessi borghesi, ma espressione e rappresentanza diretta del capitale produttivo e finanziario con mediazioni politiche ridotte.

Draghi, recentemente acclamato e investito anche nella forma quale proprio paladino all’assemblea di Confindustria, prepara infatti un’offensiva frontale al salario e alle complessive condizioni materiali e di vita delle classi lavoratrici.

Un ampio attacco dettato dalla necessità di ristrutturare l’organizzazione capitalistica del lavoro e l’intero sistema economico-sociale sia per ottenere i miliardi del Recovery Fund sia per sostenere i rinnovati livelli di competizione internazionale accelerati dall’impatto della pandemia da Covid-19 sulla crisi economica in atto.

Una crisi duratura e di sistema dalla quale il capitalismo, per sua stessa natura, non può offrire alcuna via d’uscita praticabile: la saturazione dei mercati e la scarsa profittabilità dei capitali investiti non potrà infatti che acuire lo scontro, a tutti i livelli anche militare, tra le borghesie nazionali. Una crisi ai cui costi, secondo le intenzioni padronali, dovrà essere assoggettato per i prossimi anni il proletariato.

Una ristrutturazione che investirà, irrigidendoli verso l’alto, il controllo e il dominio di classe e i già sperequati rapporti di forza, nonché comporterà l’implementazione di forme tecnologiche innovative, l’estensione della robotizzazione e dell’automazione.

Come detto, alcun settore verrà escluso e i primi passaggi sono già in atto: la ripresa dei licenziamenti (dalla GKN, alla Giannetti Ruote, dalla Whirpool alla Carrefour, alla TEVA) con la diretta sostituzione di contratti interinali e flessibili, l’incremento dello staff leasing, l’uso dell’esercito di riserva e di un bacino di forza lavoro ormai intermittente, senza stabilità alcuna, l’aumento dello sfruttamento dei “salvati” e dei livelli repressivi in azienda.

Una condizione di estrema subordinazione cui anche le datate garanzie offerte dalle forme di mediazione e salvaguardia, già ridotte all’osso, vengono spazzate dalla centralizzazione e dalla trasformazione dell’intero assetto decisionale in senso sempre più autoritario nel quale l’alternativa sarà costituita dalla pacificazione delle occasioni di conflitto, dalla cooptazione del sindacalismo confederale sempre più marginalizzato, ovvero dalla dura repressione di chi non accetta tale contesto.

E’ evidente che questo stato di cose richieda una risposta politica adeguata, non limitata al seppur fondamentale terreno sindacale e di difesa, che coinvolga il sindacalismo di base e conflittuale, le strutture di autorganizzazione sociale e territoriale, i collettivi e le realtà che si occupano delle contraddizioni di genere, chi si batte a fianco degli immigrati e per il diritto alla casa, che ponga la prospettiva anticapitalista di una rottura di sistema per la trasformazione complessiva in una società che metta al centro i bisogni complessivi dell’uomo e della natura.

Una risposta urgente e di classe che chiama tutti all’unità e alla ricomposizione delle lotte in un fronte di azione di massa, esteso, comprensivo dell’insieme dell’intera classe, superando i mille rivoli e le mille vertenze in cui è tutt’ora scomposta.

Lo sciopero generale dell’11 ottobre deve quindi rappresentare un passaggio fondamentale per la costruzione di questa risposta e per il rilancio della battaglia contro il governo Draghi e il padronato.

Rilanciamo ogni strumento di unità dal basso tra i lavoratori e le lavoratrici dei vecchi e nuovi lavori per essere un punto di riferimento per i nuovi settori sociali in via di proletarizzazione.

Scendiamo in sciopero e partecipiamo tutti e tutte ai presidi davanti ai cancelli delle fabbriche e dei magazzini, davanti alle scuole, nei territori e in piazza perché finalmente siano i padroni a pagare la loro crisi!

QUESTI SONO I PUNTI DELLA PIATTAFORMA

CHE CONDIVIDIAMO E SOSTENIAMO CON FORZA

come presupposto che l’11 ottobre deve diventare il punto di partenza per una vera controffensiva di classe; lo sciopero generale deve essere uno sciopero politico contro il governo Draghi e contro l’utilizzo capitalistico dell’emergenza pandemica:

– Contro i licenziamenti e la nuova ristrutturazione capitalista;

– Contro il caro vita e l’aumento delle tariffe;

– Contro l’ utilizzo strumentale e antiproletario della campagna vaccinale e del greenpass come paravento di un “riapriamo tutto” senza garanzia e controlli sui protocolli per la prevenzione dal contagio e di tutela della salute sui luoghi di lavoro;

– Per il rilancio della sanità e la piena tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici;

– Per un lavoro di pubblica utilità oppure il salario medio garantito a tutti i disoccupati e le disoccupate;

– Contro la “amazonizzazione” dei rapporti di lavoro e il proliferare di contratti precari;

– Per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, per lavorare tutti e lavorare meno;

– Per la difesa dei contratti collettivi nazionali di lavoro e un aumento generalizzato dei salari più bassi;

– Per il rilancio dell’edilizia popolare e il blocco a tempo indeterminato degli sfratti;

– Contro le politiche di rapina e devastazione dell’ambiente causa di questa e delle prossime pandemie;

– Per far sì che siano i padroni a pagare i costi della crisi con una drastica progressività delle imposte – 10% sul 10% più ricco;

– Per la cancellazione degli infami decreti Salvini e per garantire ai lavoratori immigrati pieno diritto di cittadinanza;

– Per la piena tutela delle donne lavoratrici, contro ogni forma di discriminazione salariale, di violenza maschile e di sessismo;

– Contro le guerre imperialistiche e per una drastica riduzione delle spese militari a favore della spesa sociale;

– Per costruire una vera rete di collegamento delle lotte in chiave internazionale.

Organizziamo ovunque picchetti e blocchi della produzione, della distribuzione, dei trasporti e dei servizi pubblici e privati!

I compagni e le compagne del C.S.A. Vittoria – www.csavittoria.org