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[ITALIA] Green pass: no a sospensioni e ricatti sul salario. La difesa di sicurezza e salute a carico delle aziende

GREEN PASS SUI LUOGHI DI LAVORO:

NO ALLE SOSPENSIONI E AI RICATTI SUL SALARIO.

LA DIFESA DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEV’ESSERE A CARICO DELLE AZIENDE E NON DEI LAVORATORI.

Il S.I. Cobas ha già in ripetute occasioni denunciato le innumerevoli incongruenze del decreto 127/2021 con cui il governo Draghi istituisce il greenpass obbligatorio sui luoghi di lavoro ed ha espresso la propria contrarietà a una misura non sanitaria bensì politica.

Una misura strumentale, che appare sempre più funzionale a sgravare le aziende dell’onere di garantire l’adozione di tutte le misure idonee a prevenire il rischio pandemico.

Il decreto legislativo 81/08 stabilisce espressamente che le misure di prevenzione del rischio biologico (tra le quali rientrano a pieno titolo i tamponi e i test salivari a cui il DL 127 individua come mezzo per ottenere il greenpass in alternativa al vaccino) non devono in ogni caso comportare oneri finanziari per i lavoratori.

Per questo motivo abbiamo predisposto una lettera che in queste ore stimo inviando a tutte le aziende in cui vi sono lavoratori non vaccinati, chiedendo ai padroni di farsi carico dei costi dei test rapidi necessari all’ottenimento della certificazione verde per quei lavoratori che, indipendentemente dalle motivazioni alla base di tale scelta, intendono avvalersi della facoltà prevista dalle norme vigenti di sottoporsi ai test diagnostici alternativi alla vaccinazione.

S.I. Cobas nazionale