FERMIAMO LA BARBARIE DEI MORTI SUL LAVORO!
VENERDÌ 28 GENNAIO TUTTI IN PIAZZA!
Il Si Cobas Nazionale aderisce all’appello per costruire venerdì 28 gennaio iniziative e mobilitazioni in tutte le città a seguito della tragica morte di Lorenzo, studente ucciso in una fabbrica di di Unine a soli 18 anni, in nome del profitto e a causa del modello di “alternanza scuola lavoro” (PCTO) introdotto anni fa su spinta dal PD e dai padroni, e reso obbligatorio a partire dal 2015 come asse portante della “buona-scuola” di Renzi.
Il 18 Giugno scorso, durante lo sciopero nazionale della logistica, morì Adil per mano di un crumiro, ma i veri mandanti furono Confindustria, il Governo e un sistema che in nome del profitto non esita a distruggere ed uccidere.
Pochi giorni fa ci ha lasciato anche Muhammad Nazam sulla strada che porta all’Interporto di Bentivoglio (Bo), schiantato contro un camion mentre lavorava alla Yoox per LisGroup, la stessa azienda di cui il Tribunale del Lavoro di Bologna ha accertato la condotta discriminatoria causata dalla variazione dei turni e che aveva portato molte giovani madri a dimettersi.
Solo nel 2021 si sono registrati 1404 morti ufficiali sul lavoro (dati Inail), a cui vanno presumibilmente aggiunte tutte le morti “nascoste” alle statistiche, in primis di immigrati senza permesso di soggiorno: in sostanza almeno 4 morti al giorno!
Ma i morti sono solo la punta dell’iceberg di una sistematica violazione dei più principi di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e della mancata applicazione delle norme contenute nel D.Lgs 81/08 (Testo unico sulla sicurezza) che sono causa ogni giorno di migliaia di incidenti e infortuni gravi e che sono ulteriormente alimentati dal pesante ridimensionamento di risorse e di organico operato dai governi nazionali nei confronti degli Ispettorati del lavoro.
Questo è il menù che i padroni offrono agli studenti che si avvicinano al mercato del lavoro: precarietà, sfruttamento e rischio quotidiano di non fare ritorno a casa!
Questi sono i motivi per cui dobbiamo piangere la scomparsa di giovanissime vite come quella di Luana D’Orazio e, ora, di Lorenzo.
Questi sono i motivi che hanno trasformato la pandemia di Covid in una strage, grazie alla mancata applicazione dei protocolli di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, alla logica confindustriale del “teniamo tutto aperto, se muore qualcuno pazienza” e al collasso di un sistema sanitario nazionale già in stato comatoso ben prima della comparsa del coronavirus.
Questi sono i motivi per cui venerdì è necessario portare in piazza la nostra rabbia e determinazione: per far si che questi ragazzi non siano morti invano, per dire basta una volta e per tutte a un sistema che garantisce ai padroni forza lavoro giovanile non retribuita spacciata per “opportunità di formazione” con l’obbiettivo di scatenare una perenne concorrenza tra proletari e un infame corsa al ribasso dei livelli salariali e delle tutele nelle fabbriche e nei magazzini.
Il SI Cobas è convintamente al fianco degli studenti che scenderanno in piazza, e auspica che queste mobilitazioni siano la base per una vera rinascita di un forte e radicale movimento studentesco, di cui anche i lavoratori hanno urgente bisogno per uscire dall’isolamento e per rispondere in maniera più efficace all’offensiva padronale.
Per questo invitiamo tutti i lavoratori a partecipare alle mobilitazioni di venerdì 28 gennaio e a costruire iniziative sul tema della sicurezza e dei morti sul lavoro.Riportiamo qui l’appello al quale aderiamo.
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NON SI PUÒ MORIRE A 18 ANNI LAVORANDO GRATIS.
APPELLO PER LA MASSIMA MOBILITAZIONE VENERDÌ 28/1!
Lorenzo Parelli, studente di 18 anni, è morto di alternanza scuola-lavoro.
Schiacciato da una trave d’acciaio mentre lavorava gratis alla carpenteria metallica Burimec di Lauzacco, in provincia di Udine.
Non siamo disposti a parlare di incidente, non è una fatalità imprevedibile.
Accade perché gli studenti vengono messi a lavorare nello stesso identico contesto in cui muoiono 4 lavoratori ogni giorno.
Negli scorsi anni si sono già verificati incidenti gravi che hanno coinvolto studenti in stage PCTO senza che di conseguenza venisse presa alcuna misura per la loro tutela o che si mettesse in discussione il modello dell’alternanza scuola-lavoro nel suo complesso.
Oggi gli studenti impegnati nei progetti di alternanza lavorano gratuitamente, senza limite orario giornaliero e senza che vengano realmente tenuti i corsi sulla sicurezza che sarebbero obbligatori.
L’alternanza scuola-lavoro è stata introdotta proprio con la finalità di modellare l’istruzione pubblica sulle esigenze delle aziende, che per salvaguardare i loro profitti puntano ad abbassare i salari, aumentare ritmi e orari di lavoro e impiegare lavoro precario e interinale.
Fin dai 15 anni l’alternanza insegna che è normale lavorare gratis, senza diritti, sicurezza e possibilità di organizzarsi nel sindacato.
Così si educano milioni di studenti allo sfruttamento e all’assenza di diritti, per abituarli a un futuro di miseria e sacrifici.
E in ampi settori delle piccole e medie imprese gli studenti sono considerati a tutti gli effetti manodopera gratuita anche per le esigenze immediate della produzione.
Il movimento studentesco ha lottato contro tutto questo per anni, oggi sono davanti agli occhi di tutti le conseguenze più tragiche di questo modello.
Lorenzo è morto per i profitti padronali, a 18 anni e da studente all’interno di un’officina.
Di questo sono responsabili tutte le forze politiche che hanno votato a favore dell’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro nella “Buona Scuola”, una legge promossa dal PD e che non ha trovato reale opposizione da nessuna forza parlamentare.
Sono responsabili tutti i governi che negli ultimi anni si sono succeduti mantenendo in piedi questo modello.
È responsabile il governo Draghi (PD-Lega-M5S-FI-IV-LEU-PiùEuropa) che, mentre suoi ministri piangono lacrime di coccodrillo per la morte di Lorenzo, sta rafforzando l’alternanza scuola-lavoro stanziando miliardi di euro del PNRR.
Sono responsabili Confindustria e padroni, i famosi “campioni dell’alternanza” che ne traggono benefici e profitti.
Esprimiamo totale solidarietà e le nostre condoglianze alla famiglia di Lorenzo.
Non rimarremo in silenzio di fronte a tutto questo.
Facciamo appello a tutti gli studenti, ai collettivi, alle organizzazioni studentesche e alle scuole che sono già in lotta contro il governo e la gestione criminale del rientro nell’attuale situazione pandemica.
Rispondiamo con la massima mobilitazione possibile, ovunque.
Da queste ore saremo attivi in azioni di protesta immediate, ma siamo convinti della necessità di arrivare il prima possibile ad una giornata di mobilitazione nazionale studentesca che sappia essere una risposta reale degli studenti contro il modello dell’alternanza scuola-lavoro che ha prodotto tutto questo.
Promuoviamo e costruiamo insieme la massima mobilitazione possibile con cortei e manifestazioni venerdì 28/1.
Facciamo appello ai lavoratori combattivi, ai sindacati conflittuali e a tutte le avanguardie di classe che si stanno battendo contro i piani padronali e la ristrutturazione capitalistica.
La morte di uno studente in alternanza è una questione che riguarda il complesso delle condizioni di lavoro e di sfruttamento e deve ricevere una risposta di classe adeguata e combattiva, che dimostri agli studenti – che saranno i futuri lavoratori – che già oggi le nostre forze sono dalla loro parte.
Vi chiediamo di costruire una convergenza più ampia e unitaria possibile sulla mobilitazione studentesca del 28/1, generalizzando la lotta contro tutte le morti sul lavoro, in tutte le forme che vi sono possibili – scioperi, stati di agitazione, assemblee straordinarie ed esposizione di striscioni nei luoghi di lavoro, partecipazione alla costruzione delle manifestazioni.
La morte di Lorenzo non passerà sotto silenzio.
Riaccendiamo il fuoco della lotta, mobilitiamoci al massimo livello possibile, costruiamo le condizioni per un nuovo sciopero generale che nasca dalla lotta. Giornata nazionale di mobilitazione studentesca e di classe venerdì 28 gennaio.
DI SCUOLA-LAVORO NON SI PUÒ MORIRE!
26 gennaio
S.I. Cobas