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[CONTRIBUTO] I mass media ai tempi della guerra

I MASS MEDIA AI TEMPI DELLA GUERRA

La #guerra russo-ucraina ha ricompattato il fronte della propaganda.

Soprattutto in #italia, i massmedia si sono prontamente allineati e appiattiti sulla narrazione a sostegno della Nato.

Ciò accade perché l’Italia, il suo governo e la maggioranza delle sue imprese hanno interessi diretti che, con buona pace della maggioranza della popolazione, sono portati sponsorizzando il conflitto anche con l’uso massiccio della propaganda.

Qualsiasi voce critica e di dissenso, al momento, è oscurata o ridicolizzata sui canali mainstream come è accaduto al professore Luciano Canfora reo di aver definito lo scontro in atto un confronto da potenze.

I media italiani hanno da subito dato ampio spazio a una drammatizzazione e a una spettacolarizzazione che ha portato a travisare informazioni, notizie e anche a cambiare eventi liberamente: abbiamo visto inviati indossare giubbotti antiproiettile e caschi protettivi mentre persone comuni andavano a fare la spesa tranquillamente alle loro spalle, abbiamo letto di attacchi ucraini diventare russi, abbiamo letto le riletture del passato di #putin e #zelensky in una riduzione del conflitto a due figure semplicistica e puerile.

Ciò che è più grave è il silenzio con cui l’Italia e la sua informazione, ancora una volta e come già accaduto in passato per razzismo, migranti, lotte sociali, ecc, tace sulle situazioni che hanno portato al conflitto, sorvolando convenientemente sulle violenze che dal 2014 avvengono nel Donbass e che continuano a verificarsi anche in queste ore senza che ve ne sia traccia in tv o giornali.

Anche nella narrazione degli effetti sociali della guerra – che ora serve a giustificare anche quel carovita che era già ampiamente annunciato a dicembre – i nostri media si distinguono per dare attenzione a imprese, imprenditori, diplomatici, ai padroni.

Riteniamo che questo andamento non sia solo la cartina tornasole di un paese, ma anche l’allarme di una necessità: la costruzione di controinformazione e controcultura, affinché sia possibile un altro discorso oltre a quello maggioritario e reazionario, che dia voce a chi non ha mai voce.

15 marzo

Laboratorio Politico Iskra