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[PRATO] Operai Iron&Logistics licenziati e sgomberati. Presidio di solidarietà da LiuJo: la lotta continua

Oggi grandissima giornata di lotta davanti al negozio di #LiuJo:

https://www.facebook.com/SiCobasFirenze/videos/478861667543169

Grazie di cuore a tutt le amiche e gli amici che stanno lottando insieme a noi.

Nei prossimi giorni torneremo davanti ai negozi ma anche alla #Ironlogistics FINO ALLA VITTORIA!

S.I. Cobas Prato e Firenze

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PRATO:

ALL’ALBA SGOMBERATO IL PRESIDIO

DEI 22 LICENZIATI IRON&LOGISTICS

I lavoratori che dormivano all’esterno dei cancelli sono stati portati in Questura.

https://www.facebook.com/sicobas.lavoratoriautorganizzati.9/videos/571179828144911

È ora in corso un presidio fuori alla Questura del SI Cobas che, col supporto dei solidali, chiede con forza il rilascio immediato dei fermati.

Seguiranno aggiornamenti.

Le lotte operaie non si arrestano!

https://www.facebook.com/sicobas.lavoratoriautorganizzati.9/videos/629025935573095

21 ottobre

AGGIORNAMENTI DA PRATO

Dopo lo sgombero del presidio e i fermi in Questura di stamattina, i lavoratori sono stati rilasciati e immediatamente dopo si è ritornati in corteo fuori ai cancelli di Ironlogistics.

Di seguito il comunicato del SI Cobas Prato e Firenze.

S.I. Cobas

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PRESIDIO SINDACALE DISTRUTTO, 8 PERSONE IN QUESTURA.

LA QUESTURA DI PRATO CONTRO I 22 LICENZIATI IRON&LOGISTICS

LA GIORNATA DI LOTTA È ANCORA LUNGA!

Tende, tavoli, striscioni, bandiere, gazebi: un presidio sindacale distrutto, come spazzatura.

7 persone svegliate mentre stavano dormendo, da 4 reparti antisommossa e un elicottero, infilate nelle volanti con violenza, come spazzatura.

La coordinatrice sindacale Sarah Caudiero, arrivata sul posto, presa e portata in Questura.

A Prato oggi si è consumato un fatto di una vergogna inaudita.

I presidi sindacali in questa città venivano distrutti dalle squadracce fasciste nel Ventennio, e negli scorsi anni dalle squadracce delle aziende con tirapugni e mazze da baseball.

Oggi questo lavoro se l’è assunto la Questura.

Forse ancora non hanno capito che questi lavoratori non sono spazzatura.

Che iscriversi al sindacato è un diritto, anche nel distretto tessile.

Che a testa bassa in fabbrica non ci si entra più.

Che siamo uniti, forti, che tocca uno tocca tutti non sono parole ma la realtà quotidiana degli operai.

Tintoria Fada, DL, Sunshine, GM, 2020, Superlativa, Panificio Toscano, Pelletteria Rcl, Gdi, Arcobaleno, Digi Accessori, Texprint, Ritorcitura Duemila, D-Tex, ImportaEsporta, Chen Lumei.

Questa mattina lo sciopero provinciale in solidarietà alle persone fermate ha coinvolto tutto il distretto ed è arrivato sotto i portoni della questura di Prato, dove questa forza ha fatto sì che le 8 persone venissero rilasciate.

Ma la giornata di lotta continua, perché questo fatto è troppo grave, e proporzionata sarà la risposta dei lavoratori, con il sorriso in faccia che non ci toglieranno mai.

Oggi, domani, fino alla vittoria.

Come sempre.

Seguiteci per scoprire dove continuerà questa grande giornata di lotta e raggiungerci!

21 ottobre

S.I. Cobas Prato e Firenze

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MULTATI GLI OPERAI LICENZIATI #IRON&LOGISTICS

C’ERA UNA VOLTA LA SINISTRA…

173 € di multa per “occupazione di suolo pubblico”.

E’ quella notificata ieri agli operai licenziati della Iron&Logistics dalla Polizia Municipale del Comune di Prato. Il corpo del reato sarebbe un bagno chimico noleggiato per il presidio permanente che va avanti da ormai venti giorni.

“Ordini dall’alto” hanno detto i due agenti – non poco imbarazzati – mandati sul posto a notificare la sanzione.

A fatti indecenti come questi il Comune di Prato ci ha già abituato.

Vi ricordato la multa – sempre per occupazione di suolo pubblico – agli operai Texprint in sciopero della fame?

L’unico risultato ottenuto da queste multe è sempre stato quello di riempire di vergogna una giunta comunale debole con gli sfruttatori e forte con gli sfruttati.

E sarà così anche questa volta.

Siamo lontani anni luce dai tempi in cui le giunte di sinistra difendevano gli operai.

I tempi, ad esempio, dell’epica lotta del Lanificio Balli di Montemurlo.

Era il 1969 e gli operai bloccano tutta la produzione occupando lo stabilimento per richiedere un aumento salariale come condizione di migliore favore rispetto al contratto nazionale.

Il Pretore dell’epoca ordinò lo sgombero della fabbrica.

Il Consiglio Comunale in quel caso approvò un documento in cui “esprime la propria solidarietà ai lavoratori della Balli in lotta” oltre ad “affermare la convinzione che simili controversie non debbano essere risolte tramite il ricorso all’autorità giudiziaria, o con l’intervento delle forze di polizia” e poi “impegnare l’amministrazione comunale a disporre eventuali forme di solidarietà concreta in favore dei lavoratori in lotta”.

Eppure anche a quei tempi – come un disco rotto pronto a ripartire ad ogni sciopero – i padroni parlavano di “picchettaggi illeciti, agitazioni ed intimidazioni” e rivendicavano “il pieno rispetto del contratto nazionale”.

I tempi sono cambiati, si dirà.

Certo.

Ma è stato un salto all’indietro e non certo in avanti.

E infatti oggi in questo distretto gli operai non scioperano per aumenti salariali superiori a quanto stabilito dai CCNL, perchè devono scioperare per lavorare otto ore invece che dodici, per il riposo settimanale, per il diritto alle ferie e alle malattie pagate.

Oppure presidiare i cancelli di una fabbrica per settimane intere dopo essere stati licenziati in tronco poiché “colpevoli” di essersi iscritti al sindacato.

E questi stessi operai, oggi, sono ritenuti dal Comune di Prato colpevoli di essere rimasti davanti ai cancelli di quella fabbrica.

Colpevoli di non accettare l’invisibilità a cui questo distretto li ha condannati da due decenni.

Colpevoli di esiste e colpevoli… di fare la pipì.

E’ la giunta “di sinistra” che a parole “non vuole prendere le parti né dell’azienda né dei lavoratori” – nemmeno quando si parla di supersfruttamento – e nei fatti da quattro anni fa la guerra solo a chi sciopera per i diritti minimi.

I diritti degli operai a Prato, si sa, sono tornati all’ottocento.

E questa politica non può essere la soluzione perchè – semplicemente – è parte del problema.

21 ottobre

S.I. Cobas Prato e Firenze