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[ITALIA] Attentato contro delegato sindacale Italpizza a Modena

ATTENTATO CONTRO DELEGATO SINDACALE ITALPIZZA

Questa notte è stata incendiata l’automobile di uno dei delegati sindacali del S.I. Cobas, rappresentante dei lavoratori ad ltalpizza (MO). 

Poco dopo le due di notte i vicini si sono svegliati per un forte rumore di vetri rotti sotto le loro finestre, trovando l’auto già in fiamme.

Solo grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco l’incendio non si è propagato alla casa, la cui porta si trova ad appena due metri dal punto di origine.

All’interno della casa si trovava anche la moglie del nostro delegato, una giovane donna al nono mese di gravidanza: colpire una coppia che attende per la prossima settimana la nascita di un figlio è un gesto di una infamia che lascia senza parole. Non ci sono dubbi sull’origine dolosa dell’incendio.

Questo attentato giunge nello stesso giorno in cui la procura di Modena emette oltre 30 denunce nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori di Italpizza che hanno partecipato agli scioperi di questi mesi, con accuse più gravi confezionate su misura proprio contro i delegati sindacali e gli operai più attivi nella lotta.

Ma giunge anche a pochi giorni dall’incontro sulla vertenza Italpizza convocato dal Ministero del Lavoro a Roma: l’azienda infatti si era rifiutata con un comunicato pubblico di sedersi ad un tavolo col nostro sindacato, e l’intervento del Ministero sembra essere riuscito a sbloccare la situazione.

È evidente infatti che a Modena esiste un sistema locale ben oliato di affari e connivenze a tutti i livelli – economici, politici ed istituzionali – per il quale industriali e cooperative detengono un potere semi-feudale sul territorio, a discapito di chi la ricchezza la produce con le proprie braccia.

L’attacco contro il S.I. Cobas qui è più duro che altrove, proprio perché le lotte sindacali rischiano di sgretolare questo sistema incancrenito.

Non è infatti la prima volta che il nostro sindacato subisce attacchi di questo tipo: appena un mese fa la macchina di un nostro coordinatore di Bologna era stata bruciata sotto casa, mentre a maggio scorso ci avevano puntato una pistola davanti ai cancelli della ceramica Opera.

L’elenco delle minacce e delle intimidazioni subite dai nostri compagni e compagne sarebbe troppo lungo da fare: il dato importante è che non sono mai servite a nulla, se non a rafforzare la determinazione della lotta. 

Ormai indietro non si torna: non torneremo ad essere schiavi, a lavorare a testa bassa, impauriti e sfruttati!

Che se lo mettano bene in testa i padroni e i loro vigliacchi caporali: la lotta andrà avanti fino alla vittoria!

Indietro non si torna!

Modena, 09 maggio 2019

S.I. Cobas Modena