NOI NON CI FERMIAMO
Mentre scriviamo continuano ad arrivare a casa di disoccupati e disoccupate, come è avvenuto anche a lavoratori e solidali, multe e notifiche per il corteo del 23 Maggio a Napoli.
Oggi siamo stati ricevuti dal Prefetto di Napoli, nella sede della Prefettura a Piazza Plebiscito.
Un incontro nato dalle iniziative svolte soprattutto nelle ultime settimane mirate ad un intervento della Prefettura per raccordare le istituzioni (locali e non) in un unico tavolo per individuare soluzioni concrete per il lavoro e la formazione dei disoccupati.
All’incontro hanno partecipato il Prefetto, la Città Metropolitana ed il Comune di Napoli.
Il Prefetto si è detto disponibile a mettersi in contatto con Ministero e Regione per verificare nelle prossime settimane un incontro congiunto.
Nelle prossime giornate e settimane, mentre forniremo tutti gli elementi e passaggi fino ad ora svolti come richiesto, torneremo con forza a verificare che gli impegni assunti abbiano una loro continuità.
Purtroppo, in conclusione, dobbiamo chiarire alcuni elementi.
Il primo è che siamo stati “avvisati” che, qualora proseguiranno iniziative problematiche per l’ordine pubblico, si procederà con un ulteriore “braccio fermo” da partendelle istituzioni.
Il secondo è che oggi la Questura e la Prefettura hanno voluto che non salisse una nostra compagna identificata come coordinatrice del #SiCobas
Il terzo è che contemporaneamente venivano notificati altri atti per altri disoccupati (multe nello specifico) rispetto all’iniziativa del 23 Maggio.
1) Sul primo punto è chiaro che se non fosse per le nostre iniziative di lotta mai nessuno ci avrebbe ascoltato e mai avremmo la forza per mettere al centro i nostri interessi.
Le istituzioni ed i padroni se ne fregherebbero altamente se i disoccupati non fossero organizzati e non mettessero in piedi iniziative di lotta: unico strumento vero che abbiamo.
D’altronde già sappiamo che la legge si scaglia solo contro i proletari mentre difficilmente si scaglia contro chi ci sfrutta ed opprime, contro clientele e affaristi.
Se esistono problemi che le Istituzioni considerano problemi di ordine pubblico sono le mancate risposte ad essere causa di questa situazione, sono le condizioni materiali ad imporre iniziative di lotta.
Quindi basterebbe, se ci fosse la volontà politica, usare il braccio fermo non solo per denunce, multe e processi ai disoccupati ma anche per procedere con gli atti politici ed amministrativi per riconoscere il nostro percorso e dare risposte concrete.
2) Sul secondo punto chiariamo che – per quanto la storia e la nascita del movimento dei disoccupati è cosa nota così come autonomi sono i suoi processi organizzativi e decisionali – la nostra lotta è una vertenza che si inserisce in una prospettiva generale con altri disoccupati, lavoratori, licenziati e precari.
Con il SiCobas (e con le organizzazioni che hanno questo obiettivo) conduciamo unitariamente lotte ed iniziative finalizzate alla ricomposizione di classe, all’unità dei proletari, alla difesa dei diritti dei lavoratori e lavoratrici.
Riteniamo quindi tale atteggiamento inaccettabile ed un attacco politico a tutti coloro i quali in questa città hanno abbandonato illusioni e deleghe ed hanno deciso di alzare la testa e lottare. Se le Istituzioni vogliono dividere il nostro fronte si sbagliano perché abbiamo capito da tempo che divisi siamo niente ma uniti siamo tutto.
3) Sul terzo punto oramai è chiaro l’attacco complessivo nei nostri confronti e nei confronti di quei compagni che – al fronte padronale e governativo che vuole far pagare ancora una volta la loro crisi a noi – stanno costruendo un fronte di lotta unico in città.
Non ci fermeranno denunce, multe e repressione.
Non abbiamo nulla da perdere.
27 luglio
Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”