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[MEDITERRANEO] USA (e UE) arretrano per contrastare la Cina nel Pacifico: avanza la Russia alleata con Siria, Libia, Turchia e Arzebaijan

Questa crisi sanitaria e sociale, che sta provocando i primi scioperi spontanei nelle fabbriche dopo decenni, e diviene ora anche crisi economica e finanziaria, mette alla prova i sistemi capitalistici, in Italia e nel mondo intero, e scuote le coscienze in settori della nostra classe cui si chiede di lavorare comunque, anche in assenza delle condizioni di sicurezza che vengono invece imposte al resto della popolazione.

Per la prima volta da decenni assistiamo a scioperi spontanei nelle fabbriche.

Anche nella lotta per ambienti di lavoro sicuri e adeguati dispositivi di protezione individuale, e nelle difficoltà di coloro che sono lasciati a casa con un futuro incerto, deve crescere la coscienza della necessità di lottare per superare questa società divisa in classi.

Contro le ideologie da “unità nazionale” tra sfruttati e sfruttatori.

Il virus globalizzato mette inoltre in chiaro l’inconsistenza delle prospettive di autonomie locali/localistiche, e delle scorciatoie “sovraniste”.

L’unica strada è quella internazionalista, dell’unione tra i proletari di tutto il mondo.

S.I. Cobas


Terminata la guerra guerreggiata in Siria, continua lo scontro tra le potenze per la preminenza nell’area.

l ri-orientamento strategico di Stati Uniti e Nato per contrastare l’ascesa della Cina, riducono la capacità di influenza della UE nel Mediterraneo.

Qui ne approfitta la Russia, che conquista gradualmente nuova influenza, alleandosi con la Turchia, in Siria, Libia e Azerbaijan.

POTENZE MARITTIME NEL MEDITERRANEO

Fonte: German Foreign Policy , 24.11.2020 – Traduzione a cura di: G. L.

Le potenze imperialiste della Ue sta dimostrando di non essere più in grado di impedire l’ascesa della rivale Turchia.

Per la seconda volta la Turchia ha impedito che la marina militare di una grande potenza europea effettui dei controlli sui suoi cargo.

Gli episodi a riguardo sono in realtà l’espressione della contesa in corso per il predominio nel Mediterraneo.

Sulla questione si è espresso con forza l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ex capo di stato maggiore generale (2013-2015) delle forze armate italiane.

Egli sostiene che, a seguito del ri-orientamento degli Usa verso l’Asia e la nuova attenzione della NATO al Mar Baltico, l’Occidente ha perso molta influenza nel Mediterraneo dove, nonostante gli sforzi della Francia, la UE con la sua scarsa “volontà di agire” offre un “triste spettacolo”.

Ora le potenze predominanti nel Mediterraneo sono: la Russia, che ha una base della sua marina in Siria, sta cercando di crearne una in Libia, e ha mostrato negli scorsi anni un’assertività simile a quella degli Usa durante la guerra fredda.

La Turchia sta per acquisire una “significativa capacità di proiezione” nel Mediterraneo.

Assieme Mosca e Ankara hanno iniziato a spodestare le tradizionali potenze, Nato e paesi UE, vedi Siria, Libia e Azerbaijan.

Lo scorso 10 giugno Ankara aveva impedito un’ispezione della marina francese, che incrociava nel Mediterraneo nel quadro dell’operazione Nato “Sea Guardian” ; lo stesso giorno anche una fregata greca non aveva potuto ispezionare il cargo turco Cirkin.

A questo seguirono violenti conflitti nel quadro della NATO. A settembre la Ue ha imposto sanzioni alla compagnia di navigazione turca “Avrasya Shipping”,
che aveva inviato la “Cirkin” in Libia, contro le quali Ankara ha protestato.

Ora, nella notte tra domenica scorsa e lunedì, la squadra d’abbordaggio tedesca della fregata Hamburg, che su incarico della Operazione Irini della UE ispezionava un cargo turco diretto verso il porto libico di Misurata per una possibile violazione dell’embargo sulle armi dell’ONU, ha dovuto interrompere la sua ispezione su intervento di Ankara. Non avrebbero trovato armi a bordo.

Irini si dimostra una tigre di carta se qualsiasi ispezione da essa ordinata può essere impedita dalla obiezione dello Stato bandiera, vanificando le pretese di potere di Germania e UE.

Questo nuovo caso aggrava il conflitto tra UE e Turchia.

La settimana precedente il presidente turco Erdogan aveva proposto una soluzione a due Stati per Cipro l’incarico UE per gli Esteri, proposta considerata ulteriore motivo di frattura con la UE dall’incarico UE per gli Esteri, Borrell.

All’O.d.G. del prossimo vertice UE di dicembre l’ampliamento delle sanzioni contro Ankara se questa “non darà segnali positivi”, misura appoggiata dal ministro tedesco agli Esteri, Heiko Maas.

Finora Berlino aveva cercato di impedire misure repressive contro Ankara, ma l’affronto all’ispezione tedesca aggrava le tensioni, che vertono in realtà sulla contesa per il predominio nel Mediterraneo.