Riceviamo e pubblichiamo dalle compagne del Comitato 23 settembre questo contributo, già disponibile sulla loro pagina (vedi qui):
Diritto al lavoro, diritto alla maternità, diritto all’autodeterminazione: una sola lotta!
Condividiamo con voi una sintesi di quanto emerso da una classifica pubblicata da Eurostat nel 2020 che mostra chiaramente i profondi problemi legati al lavoro femminile in Italia.
1) Innanzitutto soltanto il 57,3% di donne lavoratrici italiane con figli ha effettivamente un impiego, mentre la nascita di un figlio non sembra incidere allo stesso modo per gli uomini.
2) Le lavoratrici mamme sono il 72,2 per cento contro il 76,8 di chi non ha bambini, mentre risultano occupati il 90 per cento di uomini con figli.
3) Le quote più alte di madri occupate, invece, si trovano in paesi come: Slovenia, con l’86,2 per cento, in Svezia, con l’83,5, e nei Paesi Bassi, con l’80,7 per cento.
4) La disparità si allarga, in particolare, nei casi di donne dove il livello di istruzione è più basso in relazione al numero di figli.
La lettura dei dati mostra una realtà inequivocabile: le donne risultano danneggiate nel caso di una maternità, sia per le possibilità lavorative sia per uno scarto salariale rispetto agli uomini.
Tutto ciò evidenzia come la struttura capitalistica della nostra società si appoggi sul patriarcalismo ed è contro questo stato di cose che il Comitato intende intervenire: unite nella lotta affinché la maternità sia una scelta e non un rallentamento o un blocco nel raggiungimento di migliori condizioni di lavoro!
Comitato 23 settembre