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[FIRENZE] Pronto moda: dopo lo sciopero dei lavoratori, l’Ispettorato sospende l’attività. Lotta operaia per il reintegro dei licenziati

COMUNICATO STAMPA

Apprendiamo oggi che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha sospeso l’attività del Pronto moda di via Cercerina n.4 a Campi Bisenzio, dove la scorsa settimana veniva licenziati via WhatsApp cinque operaiche avevano osato richiedere di lavorare otto ore (e non più dodici) ed un giorno di riposo per la pasquetta.

Questi sono i nostri commenti:

1. Bene che siano arrivati i controlli. Ma guai a considerare la questione “risolta”. I cinque operai licenziati sono ancora fuori dal lavoro. E l’intervento degli ispettori, purtroppo, non garantisce il ripristino dei diritti minimi all’interno della fabbrica. La battaglia quindi continua, e la politica non deve lavarsene le mani ora.

2. Gli ispettori hanno trovato in fabbrica sei lavoratori in nero nonostante i controlli fossero stati annunciati in pompa magna sulle pagine di tutti i giornali e addirittura il Ministero del Lavoro li aveva promessi. Cosa significa questo? E’ la conferma del fatto che le aziende del supersfruttamento non hanno paura dei controlli. Il più delle volte pagano le sanzioni e tornano il giorno dopo a sfruttare. Perchè le sanzioni sono semplici cifre di costo da mettere a bilancio. I profitti sono di grande lunga maggiori all’importo delle multe. Lo denunciamo da anni. Su questo continuiamo a richiedere l’apertura di una riflessione seria.

3. Abbiamo due scenari davanti. Il primo: l’azienda paga le multe, si libera così della sospensione e ritorna a sfruttare i lavoratori nella più completa illegalità mentre i cinque “ribelli” rimangono senza lavoro. Il secondo: l’azienda chiude la partita IVA e ne riapre un altra. E torna a sfruttare sotto un diverso nome, magari anche nello stesso capannone. In questo secondo caso, si eviterà anche di pagare le sanzioni. Tutti e due gli scenari vanno scongiurati. Noi ci siamo e ci saremo continuando la battaglia. La politica?

4. Durante il controllo sono stati trovati al lavoro due operai cinesi senza permesso di soggiorno. Un altro con un procedimento di emersione. Troppe volte abbiamo visto controlli di questo tipo finire per creare più guai agli sfruttati che agli sfruttatori. Gli operai cinesi sono le vittime, le maggiori vittime di questo sistema di sfruttamento. E spesso invece finiscono per essere criminalizzati loro in quanto “clandestini” al posto del proprio sfruttatore. Questi tre operai hanno diritto ad un permesso di soggiorno per sfruttamento, previsto dalle leggi (inapplicate) vigenti. Come successo alla Texprint. Si può fare. Si deve fare. Se non si farà questo, lo sfruttamento non verrà mai sconfitto. Anche su questo tema, la politica deve fare una scelta di campo, coraggiosa.

5. Abbiamo richiesto al Sindaco Emiliano Fossi, già presente alla manifestazione di sabato scorso davanti allo stabilimento, di convocare sindacato, delegati aziendali e azienda ad un tavolo presso il Comune di Campi. La vertenza non è risolta, e ha bisogno dell’impegno istituzionale per risolverla. A quel tavolo bisogna sedersi con la consapevolezza di tutto quello che abbiamo detto sopra.

Siamo pronti a tornare ai cancelli della fabbrica.

Il Primo Maggio, invece, manifesteremo a Prato – cuore del distretto del supersfruttamento – con un corteo che partirà dalle ore 16:00 dai giardini Carlo Marx.

Per dire basta allo sfruttamento nel distretto tessile ed abbigliamento che si estende sulla piana.

S.I. Cobas Prato e Firenze


Dopo sette ore, è finito il presidio al prontomoda di via Cercerina n.4 a Campi Bisenzio.

Dall’azienda ancora nessun segnale. Ma abbiamo tanti motivi per tornare a casa contenti.

Contenti perchè più di cento persone hanno risposto all’appello alla solidarietà.

Da Campi Bisenzio, da Prato, da Firenze.

Gli operai che si ribellano non sono soli e mai lo saranno.

Siamo contenti come ogni volta che i luoghi e le storie del supersfruttamento escono dall’invisibilità.

La storia dei cinque operai licenziati oggi è su tutti i giornali e TG. E’ da ieri che ci sentiamo dire “è una storia assurda!”, “pazzesco!”.

Siamo contenti che ci si riesca ancora a sconvolgere ed indignare di fronte a storie come queste.

Ma il punto fondamentale è che la storia del prontomoda di via Carcerina è una storia tremendamente NORMALE.

Perchè nel distretto tessile abbigliamento – che da Prato si estende fino a Poggio a Caiano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Calenzano – è NORMALE lavorare 12 ore la giorno; lavorare anche sabato e domenica; non avere diritto a ferie, malattie.

E’ NORMALE lavorare a nero o con finti contratti part-time per aziende intestate a presta nome che aprono e chiudono per aggirare diritti e fisco.

E’ NORMALE la negazione quotidiana della dignità umana di chi lavora.

E’ su questo stato delle cose che in questo territorio bisogna aprire una riflessione.

Una riflessione seria.

Nella piana esiste da anni una “zona economica speciale” de facto che continua a permettere a migliaia di aziende di fare profitti in deroga a qualsiasi legge, norma e diritto.

Il distretto dell’abbigliamento si continua ad estendere ed attirare investimenti in virtù di questa “zona franca” in cui i contratti nazionali e lo statuto dei lavoratori sono stati ridotti a carta straccia.

Una riflessione seria non può che partire da un dato di fatto: le sanzioni degli enti di controllo sono semplicemente una voce di bilancio per le imprese del supersfruttamento.

Si pagano le multe e si continua come prima già dal giorno dopo.

Contro il cancro del supersfruttamento, in questi anni, nel distretto pratese è cresciuta la sindacalizzazione dei lavoratori sfruttati.

Ad oggi è questo l’unico antidoto, l’unica cura che si è dimostrata capace di riportare diritti e dignità del lavoro nei capannoni del distretto.

E di fare emergere una realtà negli anni si è preferito nascondere.

Oggi il Sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi ha partecipato al presidio esprimendo il sostegno della giunta alla lotta dei lavoratori.

E’ un segnale positivo.

Ora al Comune e a tutte le istituzioni locali chiederemo di continuare l’impegno concreto per risolvere la vertenza e sostenere i lavoratori nella loro battaglia.

Ieri il Ministro Orlando ha incontrato il Sindaco Biffoni.

All’ordine del giorno ci sono nuove politiche di contrasto allo sfruttamento e alla mancanza di sicurezza nei capannoni del distretto.

Un’altra volta, senza ascoltare chi in quei capannoni ci lavora e rischia di morirci.

Le “soluzioni” che troveranno non potranno che fallire, come sono fallite quelle precedenti.

C’è bisogno del coraggio politico di scendere in questi inferni, con umiltà, e venire a sostenere ed ascoltare i lavoratori.

Per oggi siamo contenti. Se non basterà, torneremo a quei cancelli.

Il 1 maggio, ci vediamo tutti e tutte alle 16:00 ai giardini K. Marx a Prato.

Un ringraziamento ai compagn* del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

23 aprile

S.I. Cobas Prato e Firenze