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[MODENA] Altro smacco per la Questura di Modena (e per Salvini): annullato dal Tar foglio di via a sindacalista S.I. Cobas

ALTRO SMACCO PER LA QUESTURA DI MODENA
(e per Salvini)

Per arginare l’allargamento della lotta sindacale promossa dal S.I. Cobas e mantenere in piedi il vergognoso sistema di sfruttamento delle “eccellenze emiliane”, il sistema Modena sta usando due strategie parallele: da un lato l’impiego dei sindacati confederali (Cgil-Cisl-Uil), che accorrono in soccorso dei padroni attaccati dagli operai, convocando tavoli “riconosciuti” con l’esclusione dei sindacati scomodi, dall’altro l’impiego dei metodi repressivi ereditati dal fascismo con il Regio Decreto di Pubblica Sicurezza del 1931, ed inaspriti dai Decreti Sicurezza di Minniti e Salvini: fogli di via, sorveglianza speciale, avvisi orali, ecc.

Tutte misure date non sulla base di condanne, ma in base ad un giudizio di “pericolosità sociale” emesso dalla polizia, senza alcun processo.

Scioperi?

Sei del S.I. Cobas?

Allora sei socialmente pericoloso.

Per assicurare alla trattativa separata tra Cgil ed Italpizza la massima tranquillità la Questura di Modena aveva emesso una decina di Fogli di Via contro militanti e dirigenti del S.I. Cobas impegnati nella vertenza Italpizza, anche contro quelli direttamente coinvolti dai tavoli in Prefettura.

Ieri il TAR di Bologna ha accolto il ricorso del S.I. Cobas, condannando il Ministero dell’Interno al pagamento delle spese processuali, con motivazioni che riguardano tutte/i coloro che lottano per i propri diritti: “l’appartenere a movimenti sindacali particolarmente attivi sul piano delle manifestazioni a difesa dei lavoratori, che talvolta possono trascendere in manifestazioni caratterizzate dall’uso di una qualche forma di violenza […] non può automaticamente far attribuire alla persona la categoria di persona pericolosa per l’ordine pubblico”. 

E ancora: “le manifestazioni cui ha partecipato la ricorrente sono espressione della libertà di partecipare a manifestazioni sindacali”. 

Di fatto la sentenza respinge il senso stesso dei Decreti Sicurezza come strumento di repressione alle lotte sociali e politiche: le misure di prevenzione “non sono uno strumento per colpire soggetti che, per motivi politici o sindacali, possono talvolta assumere atteggiamenti oppositivi con le forze dell’ordine”.

Dopo l’assoluzione di Aldo Milani nel processo che lo vedeva imputato a Modena, costruito sulla base di una inquietante sinergia tra Digos e padroni d’azienda, arriva quindi un nuovo smacco per la Questura di Modena e per lo stesso ministro Salvini. 

Da oggi sarà più difficile per lorsignori contrastare il dilagare delle lotte sindacali e sociali sul nostro territorio e non solo.

L’autunno si prevede caldo. 

S.I. Cobas Modena