Provo ancora a scrivere due cose rispetto alla gravissima modifica legislativa che il governo Draghi e il Parlamento hanno introdotto la settimana scorsa senza alcun pudore né vergogna al Codice Civile.
Una modifica decisamente sui generis e dalla dubbia legittimità: si è cambiato l’articolo 1677 del Codice Civile utilizzando un decreto, il PNRR2.
Di cosa parliamo concretamente?
Si colpisce in modo durissimo uno dei diritti fondamentali dei lavoratori italiani: quello di recuperare eventuali mancanze in busta paga.
Contestualizziamo ciò che sto dicendo: tutti voi saprete sicuramente che una delle attività principali che hanno permesso alla classe operaia di difendere i suoi diritti in questi anni, a fianco delle vertenze, degli scioperi e dei picchetti, è stato il rivalersi in sede legale tramite la responsabilità in solido del committente per le mancanze dovute a furti del datore di lavoro appaltante.
Nessun lavoratore della logistica, ne facchino ne driver, è infatti assunto dalla committenza (Amazon, Fedex, GLS…), ma dai consorzi di cooperative/SRL che lavorano nei loro magazzini in appalto.
Errori e mancanze in busta paga sono la regola, e quando si intenta una causa legale per richiederne il saldo, regolarmente i consorzi alzano le mani dichiarando di non avere abbastanza liquidità.
A quel punto, interveniva la “responsabilità in solido” del committente.
Solo a Piacenza, abbiamo centinaia di sentenze all’anno che ci consentono questo recupero, nell’ordine astronomico di 20-50mila euro per ciascun lavoratore.
Grazie alla modifica inserita dal senatore di Forza Italia Nazario Pagano (ma votata da tutto il Parlamento), ora si sostiene che “se l’appalto di manodopera ha per oggetto servizi relativi alla ricezione, custodia o spedizione di merci si applicano le norme relative al contratto di trasporto, e non a quello di appalto”.Ciò significa che si interrompe la tutela dei lavoratori in caso di mancato pagamento di contributi e TFR.
Una tutela fondamentale sradicata e un enorme regalo fatto a Sacra Corona Unita, Ndrangheta, Camorra (è noto che tanti dei consorzi che lavorano in appalto sono loro terreni di riciclo…) e a tutto il tessuto padronale italiano, in quanto fornitore, e a quello multinazionale, in quanto committente.
Una modifica peraltro strampalata in quanto interviene solo su uno specifico settore, quella logistica la cui centralità tecnica e politica nell’attuale modo di produzione capitalista era già confermata dalla violenza repressiva con cui il S.I. Cobas è stato attaccato a Piacenza e in tutta Italia, a dimostrazione di quanto fondamentale sia il controllo di quel nodo per determinare diversi rapporti di forza in seno alla società del capitalismo “4.0”.
La responsabilità della committenza rimane per tutti i CCNL, tranne per quello della logistica. Ma per favore… farebbe ridere se non fosse drammatico.
Quindi quando cambiano i fornitori che cosa sono i “tender” se non delle gare di appalto (fatte peraltro al ribasso sul costo del lavoro)?
Anche dal punto di vista prettamente giuridico, che si intervenga su uno e un solo specifico CCNL introducendo surrettiziamente una norma che ne stravolge le dinamiche proprie passando per il Codice Civile è tutt’altro che scontato e appare una volta di più come infida furberia padronale.
Assologistica ha ringraziato pubblicamente il parlamentare di Forza Italia Nazario Pagano e la ministra Cartabia, ebbene che si ringrazino fra di loro: a noi invece spetta il compito di lottare e convocare immediatamente uno sciopero generale che abbia nella logistica il suo fulcro e che blocchi tutte le filiere per pretendere immediatamente il ripristino di questo basilare diritto, che urli a gran voce che lo stato e le istituzioni democratiche sono ormai ridotte a meccanismo criminogeno, che di fatto incentiva e legalizza il furto in tasca ai lavoratori.
Una cosa del genere avrebbe fatto bruciare le piazze non negli anni ’70, ma anche solo 10-15 anni fa.
Parliamo di circa un milione di lavoratori a cui è stato detto “è legale rubarvi lo stipendio”.
Ma lo stato della coscienza media, nonché la competenza dei cosiddetti ceti intellettuali “progressisti” è davvero ai minimi storici.
Ad alcuni sembreranno paroloni retrò (ne riparliamo se finite in un magazzino), ma mai come ora è stato vero che la classe operaia può trovare solo al suo interno le forze e le intelligenze per difendersi.
Un lavoratore e militante S.l. Cobas Piacenza