Logistica

[GLS BERGAMO]: pennivendoli e parassiti (del Nord)…

Come volevasi dimostrare: dopo la vittoria ottenuta ieri dai lavoratori della GLS nella bergamasca contro i soprusi del padrone e dei suoi accoliti (nel caso specifico la cooperativa Prospect), ecco che la folta schiera dei pennivendoli e dei parassiti al servizio del capitale si fa sentire.
Scorrendo infatti  l’ articolo apparso oggi 10 febbraio su “L’ Eco di Bergamo”, se ne deduce che l’azione di lotta sindacale condotta alla GLS altro non sarebbe che intralcio e turbativa al tranquillo scorrere della vita di questa provincia. E per rimarcare il concetto, il giornale della Curia capovolge completamente i fatti arrivando a motivare la “sospensione” del lavoratore (reintegrato al suo posto grazie alla lotta compatta dei suoi compagni)  come conseguenza di una sua presunta “aggressione” ad un collega.
Quando tutti sanno, e chiunque voglia verificarlo lo può fare di persona, che in realtà il lavoratore è stato praticamente “licenziato” (senza alcuna formalizzazione messa per iscritto, come invece dovrebbe avvenire) per motivi di “intimidazione sindacale”.

Sono mesi infatti che il sindacato intercategoriale SICOBAS tenta di portare l’ azienda ad un tavolo di trattativa per APPLICARE IL CONTRATTO NAZIONALE COLLETTIVO DI LAVORO, incontrando un sostanziale rifiuto al confronto.
Dunque il punto di partenza è che in queste realtà lavorative della provincia si disattendono le Leggi ed i Contratti, si truffano i facchini e gli autisti con buste paga false, li si ricattano quotidianamente i lavoratori in mille maniere.
Questo è il punto dal quale una informazione non di parte dovrebbe partire prima di scrivere stupidaggini e falsità. Parlare coi lavoratori in lotta, riportare le loro dichiarazioni, non solo quelle dei padroni e dei caporali e documentarsi sulle non applicazioni contrattuali. Questo sarebbe un buon approccio di giornalismo corretto.
Ma è forse pretendere troppo da un organo di stampa che  negli anni precedenti ha sponsorizzato e giustificato TUTTE – dicasi TUTTE – le demolizioni di decine di migliaia di posti di lavoro a seguito di chiusure/delocalizzazioni/ristrutturazioni da parte delle aziende di Bergamo e provincia (Indesit tanto per non fare nomi, ma anche Frattini, Comital, Pigna, Honegger, Triumph…), sempre in nome di quel  “dio profitto” che si va poi ad esorcizzare la domenica in chiesa.
Certo nelle occasioni sopra citate  i pennivendoli dell’ “Eco” hanno potuto trovare valido supporto nella loro versione di “cristianesimo sociale” da parte dei collusi della “Triplice” (CISL in testa), sempre solerti nel “contrattare” solo le modalità di mandare a casa i lavoratori coinvolti in “crisi aziendali”.
  • Ora che ci si trova di fronte un sindacato, il SICOBAS appunto, che è sindacato NEI FATTI, che cerca ed esprime rappresentanza REALE , che fonda il suo essere nella lotta e nella partecipazione diretta dei lavoratori, che non ha “santi in paradiso” nelle solite “stanze istituzionali”, che non usa i lavoratori per far fare carriera a qualche billimbusto di parrocchia…
  • Ora la situazione non è così “semplicemente” gestibile come nel biennio nero del 2009-’11, quando decine e decine di chiusure non hanno “turbato i sonni” degli onorati cittadini che “lavorano”…
  • Ora bisogna pestare duro su questi “riottosi” facchini immigrati che aderiscono così massicciamente in tutta Italia al SiCOBAS.
Bisogna impedire a tutti i costi che avvenga una seppur minima saldatura, o contaminazione, tra questi facchini che -senza paura- sfidano i soliti padroni intenti al solito lavoro di far profitti sulla pelle dei moderni schiavi salariati, e la massa operaia che ne sta subendo di tutti i colori sul salario, sulla contrattazione, sui diritti, sulla rappresentanza…Ed ecco allora  spiegate le calunnie e le omissioni dell’ “Eco”.
Come se ciò non bastasse, vediamo scendere di rinforzo addirittura con una…Interrogazione Parlamentare sulle giornate di lotta alla GLS di Bergamo e Treviglio da parte della Lega Nord, nella figura dell’ on. Giacomo Stucchi. “Scandalo” per i Padani che questi “pezzenti” di immigrati abbiano un cervello ed un cuore perfettamente pensanti, e capaci di uscire dai ghetti del menefreghismo e dell’ individualismo. Capaci di ricordare a tutti COS’ E’ UNA LOTTA OPERAIA.
Capaci di ribaltare coi fatti la menzogna della contrapposizione di “civiltà”, di provenienza geografica, buona ad uso e consumo degli sfruttatori, per far emergere al suo posto la contrapposizione REALE della lotta di classe tra borghesi e proletari. Un urlo, ed anche un programma, questi, lanciati nel deserto della incomunicabilità tra i salariati di questa provincia manifatturiera; tesi a scardinare i compartimenti stagni delle aziende, delle categorie, delle professioni, delle generazioni, delle appartenenze sindacali.La Lega Nord sa perfettamente che se questi muri venissero a crollare per lei sarebbe finita. Come sarebbe finita per tutti gli altri partiti della classe dominante (di destra, di centro o di “sinistra”), i quali COMUNQUE campano ATTACCANDO GLI OPERAI, DIVIDENDOLI, E IGNORANDOLI. 
Sarebbe finita per personaggi come Calderoli, il quale si permetteva nell’ estate del 2010 (come del resto gli altri suoi colleghi parlamentari) di presentarsi ai cancelli della Indesit di Brembate Sopra, in procinto di essere DEMOLITA tramite accordo con la Triplice, per promettere agli ignari lavoratori che l’ allora “Lega di Governo” (remember you?) avrebbe risolto la questione “difendendo il lavoro bergamasco”…Infatti si è visto!
Certo, ora, appoggiandosi agli organi repressivi dello Stato, la Lega Nord cerca di avere qualche chance in più contro gli “odiati immigrati”. Ma noi attendiamo che i prodi “guerrieri padani” vengano a farla direttamente ai cancelli  della GLS la loro “interrogazione”…
Fatto è che padroni, governi ed i loro tirapiedi mal sopportano che una giovane e nuova leva di proletari stia rialzando la testa e non si faccia né incantare né schiacciare dalle loro chimere ( tra le quali gli organi di comunicazione a disposizione della borghesia)  e dai loro reparti militari. I fatti relativi a cio’ che e’ avvenuto in Egitto con la morte attraverso la tortura di un compagno è ad oggi il clou di ciò che può succedere a chi non accetta la legge del profitto e della dittatura borghese, comunque camuffata. L’ Italia ancora non è l’ Egitto, ma le logiche di base sono le stesse.
Noi del SICOBAS siamo sereni e determinati. Sereni perché abbiamo aperto un fronte di lotta sociale pieno di prospettive per il domani. I lavoratori che si stanno rivolgendo a noi per rompere l’assedio dello sfruttamento senza scrupoli provengono principalmente dalle Logistiche-Trasporto, ma non solo. Stiamo costruendo un fronte di collegamenti che si allarga dalla metalmeccanica alla grafica, e oltre. Lavoriamo per un largo fronte di lotta operaia, al di là delle “chiese” sindacali di appartenenza.
Determinati perché non “utilizziamo” i lavoratori per i soliti giochi di parrocchie (religiose o laiche che siano), ma ci organizziamo come lavoratori e sindacato per diventare “protagonisti del futuro”: di un futuro che o sarà gestito da chi lavora o non sarà.
Per questo pennivendoli e parassiti di ogni categoria ci fanno solo pietà.