Approfondimenti politiciCampaniaCobasInternazionaleLogistica

[ITALIA] Il caso di un delegato CGIL licenziato per rappresaglia politica non merita alcuna attenzione da parte del sindacato?

COMUNICATO STAMPA

Venerdi 13 settembre, nell’ambito delle iniziative di festa promosse dalla FIOM-CGIL nel parco pubblico di Pomigliano d’Arco (NA), ho riportato il mio caso e quello dei miei colleghi all’attenzione dei vertici sindacali. 

Sono ex RSA CGIL, licenziato nel 2016 insieme ad altri 7 operai per rappresaglia politica. Lavoravamo in una delle aziende del gruppo Bruscino, attivo nel settore dello smaltimento rifiuti, e abbiamo condotto una dura battaglia per i diritti dei lavoratori, per non vedere peggiorate le nostre condizioni economiche e contrattuali.

Siamo stati licenziati con la scusa dell’innovazione tecnologica, in realtà eravamo una spina nel fianco del padrone che ci ha buttato fuori perché non accettavamo di sottostare ai suoi ricatti. 

Dopo il licenziamento ho più volte sollecitato l’intervento del sindacato che in mia difesa non si è mai mobilitato.

Non mi ha sostenuto in alcuna iniziativa.

Sono stato letteralmente scaricato.

Eppure sono un ex delegato della CGIL che ha lottato in nome di questo sindacato pagandone tutte le conseguenze:  la rappresaglia che ho subito è un attacco a tutto il sindacato.

Devo forse prendere atto che gli operai che lottano non sono tenuti in stima né tutelati dai vertici della CGIL.

Perfino nell’azione legale intrapresa il sindacato si è sfilato, anziché promuovere un’azione discriminatoria anti-sindacale verso un gruppo di lavoratori tutti iscritti alla CGIL si è preferito portare in tribunale il caso di un normale licenziamento collettivo.

Venerdì ho consegnato un documento che reca la mia firma nelle mani del segretario nazionale della CGIL, Maurizio Landini, e degli esponenti delle segreterie provinciali e regionali.

Mi era stato assicurato un intervento tempestivo per valutare quali iniziative adottare in mia difesa e a difesa dei lavoratori che come me sono stati licenziati.

Ad oggi non ho avuto ancora riscontro.

Se il caso di un delegato CGIL licenziato per rappresaglia politica non merita alcuna attenzione da parte del sindacato, se la vita di noi lavoratori rimasti senza salario e senza reddito non merita alcuna attenzione, valuterò insieme ai miei colleghi come procedere affinché la nostra battaglia non venga dimenticata e la lotta per i nostri sacrosanti diritti trovi strumenti più adeguati per poter essere rilanciata. 

ANTONIO CORDINO, EX RSA CGIL DITTA BRUSCINO