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[DISOCCUPATI] Noi lottiamo, il 5/6 torniamo a Roma dal Ministero del Lavoro: salario garantito per tutti i lavoratori

NOI LOTTIAMO: TORNIAMO A ROMA!

VENERDI H 11.00 AL MINISTERO DEL LAVORO!

LAVORO O NON LAVORO… DOBBIAMO CAMPARE!

RISPOSTE PER LA NOSTRA LOTTA!

RISPOSTE PER LA NOSTRA VERTENZA!

Se le istituzioni locali non rispondono, non possiamo rimanere fermi.

Divieti e limitazioni non possono riguardare solo la nostra agibilità di lotta, di movimento e di salario.Il Governo, i Ministeri ci ricevano e diano risposte concrete, convochino le istituzioni locali e diano risposte concrete per la nostra vertenza: tavolo interistituzionale per i disoccupati e le proposte di formazione e progetti per il lavoro.

Una lotta dentro un quadro generale complesso e più ampio.

SALARIO GARANTITO A DISOCCUPATI E LAVORATORI:

I SOLDI PRENDIAMOLI DAI PADRONI!

TAGLIO DRASTICO ALLE SPESE MILITARI,

ALLE GRANDI OPERE INUTILI, MILLION TAX SUBITO!

Altro che ridurre l’elemosina di Stato del Reddito di Cittadinanza, altro che ulteriori sacrifici: li facciano i padroni!

La crisi sanitaria, economica, sociale ha come unico responsabile questo sistema capitalistico per il quale le nostre vite sono niente dinanzi ai profitti e dentro al quale le nostre condizioni di vita oggi vedono un ulteriore drammatico peggioramento in tutti gli aspetti.

In una situazione di emergenza economica (come già prima del Covid) è necessaria una forma di sostegno alla disoccupazione, forse indispensabile anche per il sistema stesso e per garantire i consumi.

Questo non significa che bisogna fare di questo la propria prospettiva.

La nostra prospettiva è e deve essere un altra, non di certo rivendicare l’elemosina.

Sono decenni che lo Stato ed i padroni ci separano tra occupati e disoccupati mentre peggiorano le condizioni di lavoro e una diminuiscono i salari.

Noi crediamo che sia necessario invece unire la classe sfruttata in una comune lotta per il salario garantito di occupati e disoccupati.

Noi siamo disoccupati ma la disoccupazione non è una scelta: enormi fette di proletari scivola verso la disoccupazione ma il disoccupato non può pagare con la precarietà e lavori a nero o con la povertà e fame una colpa che non è sua.

Per questo è corretto rivendicare una forma di salario ai disoccupati.Il principale problema della disoccupazione e delle forme di lavoro precario è il fatto che pongono sotto costante ricatto i lavoratori che si vedono minacciati da altri potenziali lavoratori disposti, a causa della loro condizione economica di partenza, ad accettare lo stesso lavoro per un salario inferiore.

Per questo non ci possiamo limitare a rivendicare una forma di palliativo alla disoccupazione, come per altro esiste già, Aspi, mini-Aspi, Reddito di cittadinanza per chi lo prende ecc.Legare la lotta per il salario minimo garantito significa anche dire che non esiste il lavoro umano “astratto”.

Esiste una società basata sul lavoro salariato, il quale è sempre e comunque sfruttamento e finalizzato al profitto ed alla ricchezza di pochi.

Ed è quindi dentro il ciclo produttivo, dove si produce e circola la merce che può maturare la forza e la capacità della nostra classe di combattere contro Stato e padroni.

Un manipolo di parassiti, una classe sfruttatrice detiene una ricchezza che non è sua. Questo non è solo “ingiusto” ma è la base di questo sistema ed è la base delle contraddizioni principali che con il Covid sono esplose in tutta la loro drammaticità.

Il fatto che poche persone detengono una ricchezza superiore a quella della maggioranza messa assieme, non è solo ingiusto o brutto ma è la base di questo sistema ed la causa di tutte le principali contraddizioni.

All’accumulazione di ricchezza ad un polo della società corrisponde una povertà progressiva all’altro.

La nostra lotta deve scardinare la ricattabilità di chi non ha un’occupazione, invertendo i rapporti di forza tra aziende e lavoratori.

La rivendicazione del salario minimo garantito è una rivendicazione storica del movimento dei disoccupati e dei lavoratori, avanzata da disoccupati e lavoratori uniti: un salario minimo vicino a quello di un operaio medio contro la guerra tra disoccupati e lavoratori.

Legare il salario minimo garantito al resto delle istanze delle lotte del lavoro significa in ultima analisi porre sul terreno programmatico le basi per l’unità d’azione tra lavoratori e disoccupati e per l’egemonia del movimento organizzato dei lavoratori su quello dei disoccupati e della piccola borghesia in rovina.

I bassi salari e la disoccupazione non sono conseguenze di un capitalismo “cattivo” a differenza di uno “buono”.

Per il sistema è semplicemente una questione di vita o di morte: nella lotta tra i vari “pesci grossi e piccoli” tra i capitalisti per accrescere il proprio lavoro l’unica strada è ridurre i salario mentre migliaia di aziende continuano a fare fatturati miliardari con enormi profitti per i loro padroni.

Profitti che si accumulano grazie ad ore di lavoro non pagate e di certo non usato per nuovi posti di lavoro: si utilizzano i precari per quei brevi periodi di tempo in cui servono e si chiedono straordinari dai pochi che continuano a lavorare per non intaccare i profitti.

Contro bassi salari e l’intensificazione del lavoro, di fronte ai molteplici casi di chiusure aziendali, delocalizzazioni, la classe lavoratrice deve avanzare la rivendicazione della riduzione d’orario a parità di salario che unita a quella del salario minimo garantito per tutti servirebbe da contrappeso nei rapporti di forza tra aziende, lavoratori in lotta e disoccupati.

Parola d’ordine che dovrebbe a sua volta essere collegata alla lotta al precariato, con l’abolizione delle leggi precarizzanti e con quella di un salario minimo intercategoriale: un salario minimo sancito per legge sotto il quale nessuna retribuzione possa scendere.

Può mai questa proposta venire da qualche governo, partito o sindacati servili?

No!

Solo l’unità tra disoccupati e lavoratori nella lotta può risolvere i problemi legati al salario e alla vita di tutta la società.

Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre”