Approfondimenti politiciCobasImmigrazioneInternazionaleLogisticaToscana

[PRATO] Panificio Toscano: l’Ispettorato da ragione agli operai in sciopero

PANIFICIO TOSCANO

L’ISPETTORATO DA’ RAGIONE AGLI OPERAI IN SCIOPERO

Svolta nella vertenza Panificio Toscano.

Dopo un anno dall’inizio del percorso ispettivo, con il verbale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro vengono riconosciute a pieno le ragioni di chi ha scioperato.

Panificio Toscano deve applicare il contratto “industria” e i livelli di inquadramento del personale non sono corretti.

A dirlo non è più solamente il Si Cobas, ma l’ITL di Prato.

In questi mesi i lavoratori che hanno scioperato si sono sentiti dire di tutto.

Accusati di “scioperare senza motivo” e promuovere “scioperi strumentali con l’unico scopo di danneggiare l’azienda”.

Ci si aspetterebbe le scuse da parte di chi in questi mesi non ha mai smesso di dire che i lavoratori scioperavano “senza alcun motivo”.

Ci si aspetterebbe le scuse dai “sindacati” – se così si possono ancora chiamare – CGIL e UIL che solo un mese fa firmavano un accordo con l’azienda in cui davano atto che “tutto era in regola”.

Oggi nuova giornata di sciopero per richiedere la convocazione urgente di un tavolo di trattativa per discutere tempi e modalità di applicazione del CCNL Panifici Industriali ed effettuare un revisione seria dei livelli di inquadramento del personale.

Nè più nè meno che l’applicazione di quanto disposto dall’ITL.

🔴 Panificio Toscano è un’Industria

Più precisamente, l’ITL ha decretato che: «Al di là dell’inquadramento dal Panificio all’ “industria” da parte INPS […] la scelta commerciale, di mercato, operata da Panificio Toscano di mantenere un certo livello di artigianalità in alcune delle sue produzioni non può condizionare il giudizio complessivo sui processi produttivi che sono e rimangono industriali.

In imprese di queste dimensioni, la considerazione dei ritmi produttivi, del volume (certamente rilevante) della produzione e dell’organizzazione del lavoro di tipo industriale, prevalgono sugli aspetti di “artigianalità” della lavorazione che pure in qualche fase e reparto sono riscontrabili.

Inoltre secondo il CCNL Panificatori la produzione artigianale deve essere collegata ad un negozio di vendita diretta al pubblico dei prodotti del laboratori della stessa impresa circostanza che è molto lontana dalla realtà del Panificio Toscano.»

Lo stesso Ispettorato, commentando la scorretta applicazione del CCNL previsto per le realtà artigianali parla di «espediente per riconoscere livelli retributivi inferiori ad imprese che sono classificate dall’INPS come “Industria”».

🔴 I livelli di inquadramento non sono corretti

Il verbale dell’ITL, inoltre, boccia il famoso “percorso” – durato un anno – di reinquadramento del personale concluso a giugno con l’accorso di CGIL, UIL e Azienda.

Oltre due terzi delle posizioni esaminate dall’Ispettorato sono risultate scorrette. Per loro è stato ordinato il reinquadramento in livelli superiori.

Per circa l’85% delle posizioni esaminate sono state riconosciute ai lavoratori differente retributive e contributive INPS.

🔴 Irregolare l’appalto con la Cooperativa GIANO

Ma c’è di più. Il verbale dell’ITL fa chiarezza anche sui trascorsi della Cooperativa GIANO, che fino all’Ottobre 2018 aveva in appalto la manodopera per conto di Panificio Toscano. E’ emerso dall’ispezione che l’appalto era (formalmente) relativo a “Servizi di facchinaggio” e che “erano passati alle dipendenze della cooperativa tutti i lavoratori già impiegati dallo stesso Panificio Toscano”.

Insomma, tutto il contratto di appalto era irregolare, dal momento che i lavoratori svolgevano in realtà attività di panificazione.

Anche all’epoca il nostro sindacato veniva accusato di fare “scioperi strumentali” contro una “cooperativa seria”.

🔴 Panificio Toscano e le sue scatole cinesi. Nuova operazione a dir poco “opaca”.

E’ emerso inoltre – fatto di non poco conto – che Panificio Toscano Srl ha provveduto nel mese di Giugno a cambiare denominazione in P.T. Holding Srl.

La P.T. Holding Srl sarebbe poi stata conferita ad una nuova società denominata anche essa Panificio Toscano Srl (ma con differente P.Iva).

E’ sempre l’Ispettorato ad osservare come “Il personale, e presumibilmente neppure le rappresentanze sindacali, non sono stati informati del passaggio”[…].

Il conferimento, come si fosse verificata una cessione di azienda, avrebbe dovuto essere comunicato ai lavoratori ed essere oggetto di comunicazione Unilav di variazione del soggetto datore di lavoro al Centro per l’Impiego”.

Scorretta anche la busta paga di Giugno, in cui si è omessa la fine del rapporto con il vecchio Panificio Toscano.

Cosa si vuole nascondere?

C’è da sperare che non si stiano cercando nuove strade per scappare dai propri doveri e continuare a non riconoscere i lavoratori i diritti che, ormai, sono stati riconosciuti anche dall’ITL.

S.I. Cobas Prato e Firenze